martedì 30 agosto 2011

Un mare di contrasti

(fonte: Il Tempo), a cura di Roberto Di Ferdinando


L’Asean Regional Forum (ARF) è un istituzione, consultiva, creata nel 1992 dai paesi membri dell’ASEAN (Associazione delle Nazioni dell'Asia Sud-Orientale, l’organizzazione politica, economica e culturale di nazioni situate nel Sud-est asiatico). Oggi si compone di 27 stati membri, tra cui la Cina e gli USA, e svolge sostanzialmente una funzione di forum sulle questioni di sicurezza nella regione del sud-est asiatico. Nel luglio scorso si è svolta, a Bali (Indonesia), la sua 18esima riunione, durante la quale non è emerso niente di significativo, sebbene la regione attraversi oggi un periodo di grandi tensioni dovute al controllo di determinati territori contesi e le risorse energetiche che qui sono ingenti. Da segnalare le ostilità tra Thailandia e Cambogia, nel nord-est del Myanmar è in atto una rivolta contro il governo centrale, gruppi terroristici islamici sono presenti in Malaysia e nelle Filippine, la pirateria negli Stretti della Malacca, contrasti tra Giappone e Cina per il controllo delle isole a sud di Okinawa, le tensioni tra le due Coree, il problema di Taiwan con la Cina, gli scontri al confine tra gli eserciti di India e Cina e la preoccupazione cinese che il l’India si leghi agli USA in funzione anti Pechino, mentre l’India teme, invece, che la Cina si avvicini troppo al Pakistan, scontri tra Cina e Vietnam sul controllo di isole strategiche, ecc…. Come se non bastassero tutti questi elementi di conflitto, si aggiunge anche la corsa allo sfruttamento delle ingenti risorse energetiche presenti nelle acque del Mar Cinese Meridionale, che la Cina considera un Mare Nostrum e che è una strategica via di comunicazione marittima per le merci che dal Pacifico ed Asia vanno verso il Vecchio Continente. Si calcola che in queste acque vi siano potenzialmente 50 miliardi di petrolio da estrarre e ben 20 trilioni di metri cubici di gas naturale. Queste risorse sarebbero concentrate prevalentemente intorno all’arcipelago delle Spratly, da anni al centro di contenziosi sulla loro sovranità tra Cina ed altri paesi. Nella riunione di Bali, il Segretario di Stato USA, Hillary Clinton, ha rivendicato il diritto statunitense di effettuare esercitazioni militari in questo mare, una presenza anche come garanzia ai paesi ASEAN che si sentono minacciati dal dinamismo militare cinese (da poche settimana la Cina ha una propria portaerei), fino a quando, però, Washington potrà permettersi, anche economicamente, tale presenza.
RDF

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