giovedì 1 settembre 2011

L’Occidente forniva i software a Gheddafi per controllare il popolo libico

(fonte: Corriere della Sera), a cura di Roberto Di Ferdinando

Man mano che a Tripoli si aprono gli archivi dei palazzi governativi del ex raìs, iniziano a venire alla luce i segreti del regime libico. Alcuni di questi però stanno mettendo in imbarazzo l’Occidente. Infatti, aziende private occidentali, mentre i loro governi combattevano Gheddafi, aiutavano e lo hanno fatto fino a poche settimane fa, il raìs nella repressione del suo popolo, fornendogli supporti informatici. Gli inviati del Wall Street Journal difatti hanno trovato nell’ex quartiere generale dell’intelligence libico materiale che testimonierebbe la collaborazione di compagnie straniere per oscurare siti Web, per intercettare mail e comunicazioni telefoniche. Si trattano di collaborazioni abbastanza recenti. Al sorgere della prima ribellione, nei mesi di gennaio e febbraio di questo anno, il regime libico contattò Amesys, società di ingegneria informatica, del gruppo francese Bull, per ottenere nuovi software per il controllo della rete Web (nonostante in Libia, data la censura, i navigatori Internet fossero solo 100.000 su una popolazione totale di 6 milioni di abitanti) e telefonica. Collaborazioni mirate al controllo ed alla censura sarebbero state anche quelle instaurate da Tripoli con le società high-tech Naurus (facente parte del gruppo statunitense Boeing), con la cinese ZTE e della sudafricana VasTech. Da precisare che, in seguito alla riduzioni delle sanzioni al governo libico sul finire degli anni Novanta, la vendita di materiale tecnologico al regime di Gheddafi non era più ritenuto un reato, sebbene negli Stati Uniti, per poter effettuare esportazioni di tale materiale si rendeva necessario un autorizzazione governativa preventiva. RDF

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