giovedì 21 ottobre 2010

Processate quel politico

Non è il solito caso di corruzione politica, ma la vicenda dell’ex capo del governo islandese, Geir Haarde, il primo politico al mondo a finire sotto processo per la crisi economica.
(fonte: Corriere della Sera), a cura di Roberto Di Ferdinando

1 commento:

Roberto ha detto...

Il Parlamento islandese ha deciso che la Corte Suprema per la prima volta dal 1905, anno in cui fu istituita, si debba riunire per giudicare l’ex premier, Geir Haarde, accusato di aver favorito la crisi del paese “o per volontà o per negligenza”. Haarde rischia un anno di reclusione ed onerose ammende per come, il suo governo, abbia affrontato la crisi economica del 2008. L’Islanda, infatti, agli inizi degli anni Novanta era ancora un paese la cui economia era centrata sulla pesca, da lì a poco divenne invece il centro finanziario di speculazioni, la scelta di adottare tassi di interessi vantaggiosi attirò capitali stranieri reinvestiti subito all’estero, in particolare nei famigerati mutui subprime. Ma nell’estate del 2008 la crisi di liquidità dei mercati internazionali colpisce le banche islandese che si erano eccessivamente esposte nell’acquisto dei mutui. La terza banca del paese, la Glintnir è salvata dallo Stato che ne acquista il 75% per 600 milioni di euro; subito dopo l’Autorità di sorveglianza finanziaria commissiona le due principali banche islandesi, Kaupthing e Landsbanki. I tassi di interesse della banca centrale salgono al 18%, l’inflazione al 17% (dati Corriere della Sera), il dissenso nel paese è altissimo e solo grazie all’intervento del FMI ed alla Russia, l’Islanda si salva dalla bancarotta, il governo di Haarde però deve dimettersi ed oggi l’ex premier deve affrontare il giudizio penale. Ma Haarde non si perde d’animo, dopo aver vinto una personale battaglia contro il tumore, ed ha già preparato la difesa, così esposta all’inviato del Corriere della Sera: “è vero ho la responsabilità di aver consentito alle banche di crescere mentre non erano preparate ad affrontare l’uragano internazionale, ma questo è stato anche colpa delle normative economiche europee che non ammettevano controlli o interferenze. Inoltre, i proprietari delle banche non ci avevano date informazioni realistiche, il peso delle banche era grande, mentre quello del resto dell’economia piccolo, senza dimenticare che c’è stata anche qualche attività finanziaria illegale. Il mio governo, però, scelse la legislazione di emergenza, salvando così le banche e la stabilità sociale”. Assoluzione o condanna?
RDF