mercoledì 6 ottobre 2010

USA: "dobbiamo seguire l’esempio italiano"

Il generale David Petraeus, comandante delle operazioni USA e Nato in Afghanistan ha chiesto ai propri collaboratori di prendere esempio dagli italiani per la ricostruzione dell’Afghanistan.
(fonte: Corriere della Sera), a cura di Roberto Di Ferdinando

2 commenti:

Roberto ha detto...

I militari italiani sono stati presi a modello dal comandante delle operazioni USA e Nato in Afghanistan, il generale David Petraeus, per la loro capacità di gestire in modo efficace e senza sperperi i soldi per la ricostruzione del paese, in particolare a Kabul ed ad Herat. Petraeus, in un memorandum inviato ai vari reparti militari presenti in Afghanistan, ha indicato, prendendo ad esempio gli italiani, come investire i miliardi di dollari a loro disposizione. Tale richiamo si è reso necessario dopo che il Congresso USA ha chiesto chiarimenti sull’impiego effettivo dei finanziamenti governativi preposti alla ricostruzione dell’Afghanistan. Difatti, da quanto riportato dalla stampa statunitense, dai racconti di testimoni ed in particolare da indagini interne al mondo militare e politico americano, si sarebbe accertato che circa il 50% dell’1,8 miliardi di euro, che annualmente la Nato predispone per il trasporto di materiale di sussistenza ai militari (acqua, hamburger, benzina, pallottole, ecc..), trasporti affidati a varie ditte private anche occidentali, va a finire nelle mani dei talebani , di criminali o funzionari, non solo locali, corrotti (dei 30 miliardi di euro destinati all’Afghanistan dall’assistenza internazionale il 70% non è mai arrivato all’Afghanistan, ma è rientrato, sotto varie forme, in Occidente, sostiene Pino Arlacchi, relatore di una nuova strategia per l’Afghanistan per la Commisisone Affari esteri del Parlamento Europeo). Considerato che la ricostruzione in Afghanistan muove, annualmente e complessivamente, circa 10 miliardi di euro, il generale si è preoccupato che ingenti parti, molti ingenti, di questi soldi vadano, sotto forma di tasse di passaggio o corruzione, ai locali signori della guerra; paradossalmente, la Nato, involontariamente finanzierebbe così gli stessi insorti che vuole combattere. Ecco quindi la scelta di Petraeus di riorganizzare la gestione dei fondi per la ricostruzione, fondamentali per dare una speranza di sviluppo e quindi di pace al paese. Il generale ha così inviato esperti di strategie anti-insurrezionali (CAT – Counterinsurgency Advisory Team), presso i vari contingenti coinvolti nell’operazione dell’ISAF, e questi hanno riferito come esemplare il modello degli italiani. Intervistato dal Corriere della Sera, il colonnello Emmanuele Aresu, comandante dell’ufficio italiano di ricostruzione (PRT), ha riferito che i CAT hanno fatto visita per due volte al contingente italiano rimanendo entusiasti, tanto da affidargli la gestione di 13 milioni di dollari (i fondi italiani, annuali, sono di 5 milioni) per lavori di ricostruzione che in pochi mesi il PRT ha realizzato già al 70%. (Continua)

Roberto ha detto...

(segue dal commento precedente) Il colonnello ha ricordato che in 5 anni gli italiani hanno sempre concluso i lavori di ricostruzione assegnati, che costruiscono un edificio in media in 4 mesi, che le scuole di 8 classi vengono a costare 120 mila euro, mentre in altre province costano anche 250 mila euro, e che effettuano una rigida selezione delle imprese a cui affidare i lavori, infatti le imprese che ritardano la conclusione dei lavori, che dimostrano legami con i locali signori della guerra o con corrotti, od abbandonano il lavoro una volta percepiti una parte dei soldi, sono inseriti in una lista nera e non gli potranno essere più affidati altri lavori.
RDF