martedì 5 ottobre 2010

Notizie dai Caraibi: Santa Lucia, non solo case ma anche stadi di cricket.

Pensavate che Santa Lucia fosse nota solo per le case di Montecarlo? Per noi italiani certamente, ma i cinesi non la pensano allo stesso modo. A cura di Francesco Della Lunga

1 commento:

Francesco Della Lunga ha detto...

Queste brevi note sono dedicate a chi pensava (anche noi siamo fra questi) che Santa Lucia esistesse solo per il noto argomento dell’estate della politica italiana, per la o le case intestate alle società offshore del piccolo stato caraibico in qualità di disinvolti e pur tuttavia legali prestanome e ovviamente della famosa casa di Montecarlo sulla quale la maggioranza parlamentare italiana sta decidendo se dissolversi o recitare fino in fondo un insostenibile copione.
In realtà a Santa Lucia, da diversi anni, si sono giocati anche i destini diplomatici di due potenze che ancora oggi tentano di contendersi la legittimità internazionale. Parole un po’ forti perché una è realmente una potenza mondiale, una nazione di oltre 5 miliardi di abitanti, in ascesa mondiale da circa vent’anni da quando Denx Xiao Ping iniziò le prime aperture al mercato dei beni e dei servizi, in una parola al capitalismo. Parliamo ovviamente della Cina, oggi guidata da un altro esponente del partito comunista cinese, Wen Jabao che, a dispetto della vecchia dottrina maoista, sta decisamente puntando alla supremazia mondiale ed a sostituire gli Stati Uniti alla guida del nuovo ordine mondiale. L’altra è una potenza locale, una costola della Cina, quella Taiwan mai doma e sostenuta dagli USA fino alla caduta del comunismo, quella di Chang Kai Shek del Partito Nazionalista Cinese o Kuomintang sconfitto da Mao al termine della seconda guerra mondiale, fino ad un po’ di anni fa una delle cosiddette “Tigri Asiatiche” per la crescita economica imponente e soprattutto per la vicinanza al mondo occidentale. Ebbene, la rivista Limes, attraverso un articolo di Stefano Latini, (http://temi.repubblica.it/limes/santa-lucia-il-mio-regno-alla-cina-per-uno-stadio-di-cricket/15242 ) ci racconta che il piccolo stato caraibico è riuscito, negli ultimi quindici anni, non solo a costruire una fiscalità di vantaggio ospitando numerose società offshore, ma addirittura a contendersi i favori in termini di cooperazione, dai due stati “fratelli” grazie ad una politica che, in cambio di aiuti, è riuscita a riconoscere prima Taiwan, poi a togliergli il riconoscimento, per poi riconsiderare la propria posizione. Pechino avrebbe fatto di tutto pur di garantirsi l’appoggio della piccola isola nelle Antille, sempre sotto l’attento occhio statunitense, nella sua lotta infinita verso la riassimilazione di Taiwan all’interno dei propri confini nazionali. Fra le varie prebende, ci sarebbe stato addirittura uno stadio di Cricket, realizzato per ospitare i mondiali nel 2007, anch’essi caldamente appoggiati dalla diplomazia di Pechino. Ma nonostante questo intenso lavorio diplomatico, il nuovo governo in carica dal 2007 avrebbe virato decisamente in favore di Taiwan impedendo l’accesso della Cina al ricco mercato sudamericano. Si potrebbe concludere che l’Ulisse del Sol Levante (la Cina) non è riuscita a penetrare a Troia (il mercato sudamericano) per mezzo del noto cavallo (l’isola di Santa Lucia). L’iniziativa è probabilmente solo rimandata, nel frattempo non ci rimane che constatare come il piccolo stato caraibico sia balzato agli onori della cronaca non solo per le case a Montecarlo, ma anche per gli impianti sportivi!
A cura di Francesco Della Lunga