sabato 5 novembre 2011

Prossimo obiettivo l’Iran?

(fonti: Corriere della Sera e Il Giornale)

Se ne parla ormai da alcuni anni, ma adesso sembra proprio prossimo un attacco militare all’Iran. Infatti non è stata smentita una notizia apparsa su un quotidiano israeliano di un attacco, in inverno od a primavera prossimi contro Teheran. Notizia poi confermata da un ufficiale inglese, rimasto anonimo, al Guardian. L’attacco difatti non vedrebbe l’intervento solo degli israeliani, ma esiste un piano più complesso dell’operazione, studiato dal Pentagono. I governi inglesi e francesi avrebbero già garantito ad Obama la loro disponibilità ad offrire l’utilizzo di propri reparti militari speciali, sottomarini e missili Tomahawk. Martedì prossimo l’Agenzia Internazionale sull’energia atomica (AIEA) presenterà un rapporto in cui sarà dimostrato che l’Iran entro il 2014 sarà in possesso della sua prima arma nucleare. Ma l’Iran comunque è già oggi una minaccia militare per Israele e la regione, infatti Teheran dispone di centinaia di missili Shibab 3 e Shibab 3b che possono raggiungere obiettivi a 2.100 km di distanza contenendo fino a 1.150 chili di dinamite o sostanze chimiche. La politica della mano tesa voluta da Obama e delle sole sanzioni sembra non funzionare, Teheran continua i suoi programmi nucleari, con il rischio che una volta che l’Iran ottenga l’arma nucleare anche l’Arabia Saudita e l’Egitto spingano per ottenerla, in tal modo la regione diventerebbe ancora più calda. Israele quindi non si fida ed ecco che la settimana scorsa gli israeliani hanno testato presso la base di Palmahim, vicino a Tel Aviv un nuovo missile a lungo raggio, mentre sul cielo di Sardegna si sono addestrati simulando attacchi a distanza aerei israeliani con Eurofighters italiani, Tornado tedeschi e F-16 olandesi. Ovviamente la scelta di attaccare l’Iran non sarà facile e leggera. Israele sta difatti studiando una operazione militare che metta subito Tehran in ginocchio impedendole una risposta efficace, la paura israeliana è che avviato l’attacco, potrebbe essere a sua volta obiettivo di circa 100.000 missili che le potrebbero essere sparati dall’Iran, dagli Hezbollah dal Libano, da Hamas dai territori di Gaza e dalla Siria. Infine Israele non crede fino in fondo ad un appoggio USA a questa operazione, e senza un avvallo di Washington sarebbe più dura far digerire all’opinione pubblica internazionale tale intervento militare. Infatti, Il governo Netanyahu non è convinto che Obama autorizzi un'altra guerra in un anno di elezioni presidenziali; non a caso nei giorni scorsi l’amministrazione statunitense ha mandato in Israele Leon Panetta, il capo del Pentagono, per sapere le reali intenzioni israeliane. Forse, però, questa volta Israele potrebbe anche agire da sola. Ancora poca pace in Medio Oriente.
RDF

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