sabato 12 novembre 2011

Bin Laden ucciso in 90 secondi

(fonte: Il Giornale), a cura di Roberto Di Ferdinando

Le autorità statunitensi non hanno mai rivelato i particolari dell’operazione di Abbottabad del maggio scorso quando i reparti speciali USA uccisero il ricercato numero uno: Osama Bin Laden. Secondo le poche notizie diffuse dal Pentagono e dall’amministrazione Obama, Bin Laden fu ucciso dopo un prolungato conflitto a fuoco, durante il quale Osama si era difeso con le armi. Invece i fatti sembrerebbero essere andati diversamente ed a renderli noti è un libro che è prossimo ad uscire e dal titolo “Seals, Target Geronimo” (i Seals sono i reparti speciali della marina statunitense e Geronimo era il nome in codice che i servizi segreti USA avevano dato ad Osama – i nativi americani non devono essere stati contenti di aver visto chiamare un terrorista con il nome di un fiero guerriero indiano). Autore del libro è Chuck Pfarrer, ex comandante per l’appunto proprio dei Seals, che ha intervistato personalmente i protagonisti dell’operazione, che comunque nel libro rimangono, opportunamente, anonimi. Il Comando delle Forze Speciali statunitensi ha però dichiarato che il libro non è stato autorizzato e che Pfarrer non avrebbe mai incontrato i marines. Eppure il libro, secondo le anticipazioni uscite nei giornali, risulta contenere particolari dettagliati sull’operazione e quindi da ritenere attendibile. Pfarrer racconta che il reparto dei Seals si calò dall’elicottero con le corde direttamente al terzo piano della palazzina di Abbottabad ed iniziò a controllare il corridoio e le stanze, quando ad un certo punto si aprì una porta. Osama si affacciò nel corridoio per chiudere subito violentemente la porta. Due Seals fecero irruzione nella stanza e videro Amal Al sadah, la moglie 27enne yemenita di Osama che copriva con il proprio corpo il marito. Il primo incursore fece fuoco con il mitragliatore M4, con silenziatore, e colpiscì la caviglia della donna, che cadde a terra, Bin Laden, scoperto, quindi si buttò di lato e tentò di prendere il suo fedele kalashnikov, ma prima fu colpito al petto e poi un secondo proiettile lo trafisse sotto l’occhio uccidendolo sul colpo. L’operazione si concluse in 90 secondi (secondo la versione ufficiale i Seals entrarono nella villetta dal piano terra ed avanzarono e salirono al terzo piano facendosi strada con un continuo conflitto a fuoco). Il libro descrive poi in maniera molto umana i componenti di questi reparti super addestrati composti da proprie macchine da guerra. Scott Kerr (nome inventato da Pfaffer) è il comandante del gruppo dei sei Seals, e nel libro è descritto il momento in cui Kerr sente il suo cuore battere in maniera molto accelerata mentre sta per comunicare a Washington che Geronimo è stato abbattuto. Od ancora, Frankl Leslie (altro nome inventato dall’autore), sopravvissuto alla caduta dell’altro elicottero invisibile che era precipitato nell’avvicinamento alla villetta, che sente l’emozione mentre effettua l’analisi del DNA per confermare l’identità del cadavere. Secondo il comando USA la storia sarebbe inventata, ma Pferrer sembra aver dimostrato il contrario, infatti a dimostrare di aver intervistato effettivamente i componenti del gruppo e di aver avuto da loro la narrazione veritiera dei fatti, ha raccontato alla CNN l’incontro tra un capo della Cia, Mc Raven, e Scott Kerr, in cui Mc Raven spiegava al militare che il satellite posizionato sopra la villetta di Osama aveva confermato la presenza in quella casa del terrorista, grazie alla misurazione dell’ombra; un dettaglio che non era mai emerso nella versione ufficiale.
RDF

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