domenica 13 novembre 2011

Per favore, fermatelo!

A cura di Roberto Di Ferdinando

Il presidente francese Sarkozy si è offerto al Presidente della Repubblica, Napolitano, di venire in questi giorni a Roma, accompagnato dalla cancelliera Merkel, per sbloccare la questione politica e le ultime resistenze del PDL sull’incarico a Monti e coordinare con il nuovo premier italiano l’agenda economica e finanziaria del nostro paese. Basta, sinceramente basta. Non ne posso più di Sarkozy ed in particolare della sua spocchia che poi non ha nessun fondamento. Dopo aver offeso pubblicamente il Presidente del Consiglio italiano, prima dandogli di uomo senza testa (intervista rilasciata al filosofo Levy e pubblicata la settimana scorsa del Corriere della Sera), e poi sbeffeggiandolo, con sorrisi ed ammiccamenti, all’ormai famosa conferenza stampa di Cannes del G20, adesso offende l’Italia, dicendoci che ci spiegherà lui come e da chi dovremmo essere governati e quali provvedimenti prendere. Ma come mai tutto quest’attivismo e risentimento verso l’Italia? La situazione economica del nostro paese ovviamente sta mettendo in crisi l’UE e la zona Euro, e se dovessimo dichiarare default (al momento molto difficile), la prossima economia ad essere sotto attacco ed in grossa difficoltà sarebbe quella francese. Infatti Parigi e Berlino stanno mandando lettere e cartoline a vari paesi comunitari, oggi a Grecia ed all’Italia, e prima ancora all’Irlanda, al Portogallo ed alla Spagna. Ma come mai nessun intervento (lettera, invito, sms, mail) a Parigi? Il deficit francese si aggira infatti intorno al 7% (non dovrebbe superare il 3%) ed il debito pubblico tocca l’87% del Pil (non dovrebbe superare il 60%). Certa nostra stampa raramente ricorda questi dati, più inclini ad esaltare le iniziative comunitarie di Sarkozy che però è mosso solo ed ovviamente, dall’interesse francese. Le banche francesi infatti sono in difficoltà perché si erano esposte precedentemente con il caso dei fondi subprime e principalmente con la Grecia. Se la crisi non si fermasse i mercati finanziari punirebbero, per i parametri non rispettati, la Francia, non a caso da alcune settimane le agenzie di rating stanno valutando di confermare oppure no la triplice A ai titoli di stato francesi. Un declassamento francese nel 2012, anno delle elezioni presidenziali francesi,sarebbe per Sarkozy un’umiliazione troppo grande e pregiudicherebbe di fatto la sua rielezione. Non è infine da escludere che le mosse supponenti contro l’Italia del nuovo Napoleone, che mirano a formare un governo tecnico e non politico, siano anche dovute ad un piano di assalto della finanza francese ai gioielli di famiglia dell’Italia (Eni, Enel e Finmeccanica), come già avvenne nel 1992 durante l’ultima crisi italiana.
RDF

2 commenti:

Francesco ha detto...

Caro Roberto, anch'io sono dello stesso parere, soprattutto se si tratta di fermare una Francia che a mio avviso è fra i principali colpevoli dell'attuale situazione italiana, assieme alla potente Germania. Perchè quando si parla di mercati si parla di investitori, e quando si parla di investitori si parla, in molti casi, di banche, di grandi banche internazionali e di fondi. Chi sono quelli che vendono i titoli di stato italiani o non rinnovano lo stock del debito? In larga parte le banche e forse sono proprio quelle francesi e tedesche a vendere massicciamente i nostri titoli. Ma forse le cose non stanno neppure così. Non c'è dubbio però che l'Italia sia ormai stata umiliata proprio dai partner comunitari con il silenzio della Gran Bretagna e degli USA. Vorrei lasciare questi due sullo sfondo, anche se non possiamo non dimenticare che l'esplosione della crisi del 2008 è iniziata proprio negli USA, dove nessuna banca, nessuna società di revisione, nessun grande Advisor è stato in grado di spiegare questa situazione in quanto impossibilitato, devastato da un inimmaginabile conflitto di interesse. Detto questo, l'Italia paga purtroppo non solo i quasi dieci anni di governo Berlusconi, ma soprattutto questi ultimi tre dove questo governo è stato colpevole di almeno una questione fondamentale: di aver negato e rifiutato di affrontare la crisi economica come qualsiasi governo avrebbe dovuto fare. Poi di tutto il resto, fra cui una sempre più clamorosa impresentabilità agli occhi dei partner internazionali. Certo fa molto male leggere che la signora Christin Lagarde, presidente del Fondo Monetario Internazionale, suggerisce all'Italia il nome di Mario Monti perchè è persona valida. Ma che cos'è il Fondo Monetario Internazionale? Non certo un istituzione democratica eletta dai cittadini di un qualsivoglia paese. Poi il Presidente francese che, evidentemente, non vede l'ora di planare a bassissima quota e fare incetta dei gioielli italiani, quelli che Roberto ricordava. Temo putroppo che il suo obiettivo sia proprio questo. Mai prima d'ora l'Europa comunitaria si è scoperta così evanescente, con alcuni governi che tornano a fare la voce grossa come un tempo che si pensava dimenticato. Oggi non si usano le cannoniere, bensì i titoli di stato. Speriamo sinceramente che l'Italia sappia risollevarsi e che possa tornare a guardare gli europei in faccia. Se per farlo dobbiamo passare attraverso un governo tecnico (ce ne sono stati tanti altri in passato), lo faremo. Però sarebbe giusto che, una volta passata l'emergenza, l'Italia tutta cercasse di risolvere, una volta per tutte, il problema della sua indipendenza, oggi messo nuovamente e violentemente in luce.

riccardo ha detto...

http://riccardo-richardboy.blogspot.com/