venerdì 1 luglio 2011

Com’è facile cadere al fascino dei dittatori, anche se ce ne scordiamo

(fonte: Corriere della Sera), a cura di Roberto Di Ferdinando

Nelle settimane successive all’inizio del bombardamento NATO della Libia, l’ex presidente del Consiglio italiano ed ex presidente della Commissione UE, Romano Prodi, redarguì i leader occidentali, ed in particolare l’ondivaga linea del governo italiano, per la gestione della crisi libica, e soprattutto per aver in passato ceduto troppo al leader libico in termini di accordi ed anche visibilità con solenni ed alle volte pacchiani vertici bilaterali. Prodi volle sottolineare, invece, che i suoi mandati politici italiani ed europei furono caratterizzati da maggior sobrietà nei rapporti con Gheddafi. E tale sottile natura sembrò vincente, tanto che per alcune settimane in ambito Occidentale si è parlato del professore, oggi inviato delle Nazioni Unite per i rapporti con l’Africa, quale ideale negoziatore, per conto dell’Unione Europea, con il regime libico. Non appena uscita questa notizia il Corriere della Sera ha dedicato un articolo in cui si spiegava perché, principalmente, Romano Prodi potresse essere, o poteva essere questo ideale negoziatore. “Fedelissimi del professore è Piero Scarpellini, imprenditore emiliano che a Palazzo Chigi ricopriva l’incarico di consulente per gli Stati africani e la Libia può vantare ottime entrature nell’entourage del Colonnello. Nel 2007 Scarpellini fu coinvolto nell’inchiesta dell’allora pubblico ministero Luigi De Magistris proprio per i suoi rapporti con personaggi dell’esablishment di Tripoli e per il ruolo della Pragmata, società di consulenza nata da una costola della Nomisma , il Centro Studi creato da Prodi. Fu indagato per violazione della legge sulla costituzione di logge segrete e poi prosciolto.“(articolo di Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera). Allora Scarpellini aveva spiegato che il suo compito era favorire i rapporti con la Libia ed avere cura dell’organizzazione dei viaggi a Tripoli del premier Prodi e dei vari ministri per gli accordi commerciali. Infatti anche il governo Prodi ebbe continui rapporti con la Libia, conclusi con accordi commerciali con Gheddafi. Prodi lavorò all’accordo dell’Amicizia italo-libica, ufficializzato poi dal governo Berlsuconi. Non solo, nel 2004 Prodi, presidente della Commissione UE, invitò ufficialmente, cioè su propria iniziativa, Gheddafi a Bruxelles che in quell’occasione, come aveva già fatto ed avrebbe continuato a fare anche successivamente, piantò la propria tenda nel parco del Castello Val Duchesse, presso Bruxelles. Le foto di allora ritraggono un sorridente Prodi accogliere affabilmente il Colonnello.
RDF

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