Libero Pensatoio Fiorentino di Politica
Internazionale
“Recinto come barriera fisica, naturale, come le montagne, i fiumi o gli steccati. Ma anche come barriera convenzionale, come una frontiera. Frontiere che sono lentamente sparite, superate dalla politica e dagli scambi economici. Da tante frontiere, ad un'unica frontiera, da tanti recinti ad un unico recinto, internazionale, che avvolge la nostra contemporaneità”
lunedì 20 dicembre 2010
2048: la fine di Israele
(fonte: Corriere della Sera), a cura di Roberto Di Ferdinando
1 commento:
Roberto
ha detto...
2048 è il titolo di un film, un film israeliano che annuncia, nel 2048 appunto, la fine dello Stato d’Israele e la nascita di una Nuova Repubblica Araba. Una data, scelta non a caso, infatti nel 2048 ricorrerebbero i 100 anni dalla nascita di Israele (lo Stato d’Israele fu proclamato il 14 maggio 1948). Il film, girato come un finto documentario e dalla durata di 50 minuti, inizia con il ritrovamento di un video ambientato nella Israele del 2008. La causa della fine del paese di David non è esplicita, ma il regista, Yaron Kaftori, fa capire allo spettatore che le responsabilità del declino e della scomparsa di Israele, che porterà ad una nuova diaspora, sono, nel film, attribuibili agli stessi israeliani: troppo divisi, una classe politica troppo distante dalle reali esigenze e priorità del loro paese, la corruzione dilagante, le difficoltà degli stranieri ad integrarsi, il dibattito sempre più aspro tra religione e Stato. Un’accusa di israeliani ad Israele, perché si svegli se vuole celebrare centinaia di anniversari della sua fondazione e se non vuole fare il gioco dell’Iran di Ahmadinejad. RDF
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2048 è il titolo di un film, un film israeliano che annuncia, nel 2048 appunto, la fine dello Stato d’Israele e la nascita di una Nuova Repubblica Araba. Una data, scelta non a caso, infatti nel 2048 ricorrerebbero i 100 anni dalla nascita di Israele (lo Stato d’Israele fu proclamato il 14 maggio 1948). Il film, girato come un finto documentario e dalla durata di 50 minuti, inizia con il ritrovamento di un video ambientato nella Israele del 2008. La causa della fine del paese di David non è esplicita, ma il regista, Yaron Kaftori, fa capire allo spettatore che le responsabilità del declino e della scomparsa di Israele, che porterà ad una nuova diaspora, sono, nel film, attribuibili agli stessi israeliani: troppo divisi, una classe politica troppo distante dalle reali esigenze e priorità del loro paese, la corruzione dilagante, le difficoltà degli stranieri ad integrarsi, il dibattito sempre più aspro tra religione e Stato. Un’accusa di israeliani ad Israele, perché si svegli se vuole celebrare centinaia di anniversari della sua fondazione e se non vuole fare il gioco dell’Iran di Ahmadinejad.
RDF
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