giovedì 16 dicembre 2010

FantaWikileaks

E se fosse tutto una montatura USA?
A cura di Roberto Di Ferdinando

1 commento:

Roberto ha detto...

E’ stato detto un po’ tutto sulla vicenda delle rivelazioni di Wikileaks e le nefaste conseguenze che la pubblicazione dei dispacci USA avrebbe portato nelle relazioni internazionali. Ma un dubbio mi è venuto, forse, semplicemente, per non sottacere la tesi del complotto sempre presente in vicende “ambigue” come quella di Wikileaks: e se la pubblicazione dei rapporti segreti statunitensi avesse avuto l’assenso, esplicito, dell’amministrazione USA? Non sarò originale in questa tesi, ma non riesco a non dire anche questo sulla vicenda. Infatti, attraverso le rivelazioni del sito di Julian Assange, siamo venuti a conoscenza (?) delle perplessità e diffidenze dell’amministrazione Obama nei confronti di vari paesi, molti di questi alleati degli USA. Quale altra migliore modalità, che quella offerta da Wikileaks, gli USA di Obama avrebbero potuto utilizzare per rendere pubbliche alcune considerazioni, prevalentemente non positive e critiche, nei confronti di alcuni loro partner ed alleati che la diplomazia diretta ed i delicati equilibrismi internazionali non permettono e non concedono mai di fare? Che Wikileaks sia stato sfruttato dagli USA per arrivare in maniera diretta al cuore dei problemi internazionali, cioè gettare il sasso (far conoscere ciò che non gli piace verso il resto del mondo) e poi nascondere la mano (accusando il sito di Assange)? Alcuni elementi su cui basare questa mia teoria: è possibile che un semplice sergente possa scaricare e portare fuori da una sede segreta 250.000 documenti criptati e riservati? I documenti pubblicati non mettono in pericolo la sicurezza nazionale, non vi è alcun documento di importanza rivelante (il caso Wikileaks si sta sgonfiando, esagerato parlare dell’11 settembre della sicurezza mondiale), invece, semplicemente, evidenziano cosa pensano gli USA di alcuni leader internazionali. Commenti e giudizi che gli USA non avrebbero mai espresso pubblicamente, ma che avevano, ed hanno, voglia di dire, perché arrivino alle dovute orecchie. Poi, per smentire e ricucire c’è sempre tempo, ma intanto il sassolino dalle scarpe (statunitensi) è stato tolto.
RDF