lunedì 14 gennaio 2013

Lo slancio norvegese

(fonte: Corriere della Sera),  a cura di Roberto Di Ferdinando

La Norvegia non sembra proprio sentire la crisi economica che sta attraversando l’Europa. Anzi, il paese scandinavo sta conoscendo un periodo prospero (53.400 dollari pro capite, disoccupazione al 3,3%) in particolare per i conti (debito pubblico al 33,8%) e gli investimenti pubblici, grazie anche a nuovi progetti in ambito energetico. Infatti, la Norvegia ha rivelato di aver scoperto nuovi giacimenti di petrolio che portano le risorse estrattive a 5 miliardi di barili (attualmente sono estratti 2 milioni di barili al giorno) diventando l’ottavo esportatore mondiale di petrolio. Non solo, Oslo sta espandendo il suo interesse verso i giacimenti oltre confine. Tanto che nelle settimane passate il governo norvegese ha stipulato un contratto con quello islandese per il controllo del 25% di partecipazioni nelle licenze estrattive islandesi. I 40 miliardi di euro incassati dalla vendita all’estero del proprio petrolio hanno creato un surplus di bilancio(15% del PIL) regolarmente investito in un Fondo sovrano (654 miliardi di dollari, con investimenti anche nel mercato immobiliare europeo e in quello finanziario dell’est asiatico) destinato a politiche sociali prevalentemente  pensato per le future generazione e rigidamente regolamentato (non vi si può attingere più del 4%). Il dinamismo norvegese è segnalato anche dall’aumento progressivo dei movimenti di merci nei porti norvegesi, che, in seguito al ritiro dei ghiacci a  causa del riscaldamento planetario, diventano una nuova via dei traffici navali nel Mare del Nord.
RDF

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