martedì 8 gennaio 2013

La Somalia è rinata. Il Ministro degli Esteri Somalo, Aden, in visita nel nostro paese

A cura di Francesco Della Lunga

La Somalia pare realmente sulla via della rinascita. Una rinascita a cui l’Italia, in ragione degli antichi legami, dovrebbe partecipare in maniera attiva. E’ quello che chiede il Ministro degli Esteri somalo, in visita in Italia in questi giorni, Fawsia Aden. La Aden è ministro di un recente governo, quello della pacificazione, nato in Somalia solo pochi mesi fa, con a capo Hassan Sheikh Mohamud. Le sue origini sono del Somaliland, e questo lascerebbe pensare che i somali siano realmente desiderosi di ricostituire lo Stato dissolto all’indomani della cacciata del vecchio dittatore somalo Siyad Barre. La Aden, in una intervista rilasciata a Repubblica, ripercorre brevemente gli ultimi mesi attraversati dal suo paese, non dimenticando di ringraziare la forza dell’Unione Africana che avrebbe contribuito, in maniera significativa, a sconfiggere gli Al Shabaab che resistono soltanto in alcune zone. Ed a giudicare da quello che si legge sui siti e sulla stampa internazionale pare davvero che la rinascita somala, come scritto anche recentemente nel nostro blog, sia in atto. Un rinascimento somalo che vede il ritorno di numerose famiglie in patria, soprattutto nella devastata Mogadiscio, intenti a ricostruire abitazioni e a riaprire attività commerciali. Molti paesi stanno approfittando della nuova e ritrovata pace nel paese dell’Africa orientale. La Cina in primis, ma anche gli altri paesi dell’area pare che non si siano lasciati cogliere di sorpresa. I paesi arabi del golfo, l’India, la Cina sarebbero già corsi di gran carriera a siglare accordi commerciali con il nuovo governo. Probabilmente non sarà proprio così, ma pare che non ci siano dubbi ormai sul fatto che la guerra per clan sia vicina alla definitiva conclusione e che il paese possa avviarsi finalmente verso la strada della pacificazione e della ricostruzione. Ricostruzione che necessiterà non solo di un clima politico stabile, ma anche e soprattutto di investimenti massicci che potranno arrivare solo dopo che il processo di ricostruzione istituzionale avrà raggiunto la soglia minima di solidità, soglia tale da garantire la sicurezza ai cittadini stranieri che vorranno arrivare. Il Ministro Aden ha chiesto comunque una partecipazione più concreta al nostro paese e questo è stato anche il senso dell’incontro avvenuto con il nostro Ministro degli Esteri Terzi. L’Italia in questo momento avrebbe siglato un accordo per la formazione del personale militare nel paese. Interventi che potrebbero essere fatti nel vicino stato di Gibuti. Il paese, dilaniato da una guerra che ha fatto a pezzi tutto quanto ed attraversato anche da recenti carestie (l’ultima nell’estate del 2011) ha bisogno di tutto. E per tutto si intende tutto quanto possa necessitare ad un popolo che ogni anno aggiorna le proprie statistiche record relative alla soglia di povertà. Ma la speranza è l’ultima a morire. Al Shabaab pare confinata in poche aree del paese ed i clan sembrano intenzionati a deporre definitivamente le armi. Il nostro paese può dare un contributo significativo alla ricostruzione, soprattutto in virtù del legame storico che tuttora rimane.

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