La Somalia pare realmente sulla via della rinascita. Una
rinascita a cui l’Italia, in ragione degli antichi legami, dovrebbe partecipare
in maniera attiva. E’ quello che chiede il Ministro degli Esteri somalo, in
visita in Italia in questi giorni, Fawsia Aden. La Aden è ministro di un
recente governo, quello della pacificazione, nato in Somalia solo pochi mesi
fa, con a capo Hassan Sheikh Mohamud. Le sue origini sono del Somaliland, e
questo lascerebbe pensare che i somali siano realmente desiderosi di
ricostituire lo Stato dissolto all’indomani della cacciata del vecchio
dittatore somalo Siyad Barre. La Aden, in una intervista rilasciata a
Repubblica, ripercorre brevemente gli ultimi mesi attraversati dal suo paese,
non dimenticando di ringraziare la forza dell’Unione Africana che avrebbe
contribuito, in maniera significativa, a sconfiggere gli Al Shabaab che
resistono soltanto in alcune zone. Ed a giudicare da quello che si legge sui
siti e sulla stampa internazionale pare davvero che la rinascita somala, come
scritto anche recentemente nel nostro blog, sia in atto. Un rinascimento somalo
che vede il ritorno di numerose famiglie in patria, soprattutto nella devastata
Mogadiscio, intenti a ricostruire abitazioni e a riaprire attività commerciali.
Molti paesi stanno approfittando della nuova e ritrovata pace nel paese dell’Africa
orientale. La Cina in primis, ma anche gli altri paesi dell’area pare che non
si siano lasciati cogliere di sorpresa. I paesi arabi del golfo, l’India, la
Cina sarebbero già corsi di gran carriera a siglare accordi commerciali con il
nuovo governo. Probabilmente non sarà proprio così, ma pare che non ci siano
dubbi ormai sul fatto che la guerra per clan sia vicina alla definitiva
conclusione e che il paese possa avviarsi finalmente verso la strada della
pacificazione e della ricostruzione. Ricostruzione che necessiterà non solo di
un clima politico stabile, ma anche e soprattutto di investimenti massicci che
potranno arrivare solo dopo che il processo di ricostruzione istituzionale avrà
raggiunto la soglia minima di solidità, soglia tale da garantire la sicurezza
ai cittadini stranieri che vorranno arrivare. Il Ministro Aden ha chiesto
comunque una partecipazione più concreta al nostro paese e questo è stato anche
il senso dell’incontro avvenuto con il nostro Ministro degli Esteri Terzi. L’Italia
in questo momento avrebbe siglato un accordo per la formazione del personale
militare nel paese. Interventi che potrebbero essere fatti nel vicino stato di
Gibuti. Il paese, dilaniato da una guerra che ha fatto a pezzi tutto quanto ed
attraversato anche da recenti carestie (l’ultima nell’estate del 2011) ha
bisogno di tutto. E per tutto si intende tutto quanto possa necessitare ad un popolo
che ogni anno aggiorna le proprie statistiche record relative alla soglia di
povertà. Ma la speranza è l’ultima a morire. Al Shabaab pare confinata in poche
aree del paese ed i clan sembrano intenzionati a deporre definitivamente le
armi. Il nostro paese può dare un contributo significativo alla ricostruzione,
soprattutto in virtù del legame storico che tuttora rimane.
Libero Pensatoio Fiorentino di Politica
Internazionale
“Recinto come barriera fisica, naturale, come le montagne, i fiumi o gli steccati. Ma anche come barriera convenzionale, come una frontiera. Frontiere che sono lentamente sparite, superate dalla politica e dagli scambi economici. Da tante frontiere, ad un'unica frontiera, da tanti recinti ad un unico recinto, internazionale, che avvolge la nostra contemporaneità”
martedì 8 gennaio 2013
La Somalia è rinata. Il Ministro degli Esteri Somalo, Aden, in visita nel nostro paese
A cura di Francesco Della Lunga
Etichette:
Africa
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