mercoledì 9 gennaio 2013

Finanza e Corano

(fonte: Il Mondo), di Roberto Di Ferdinando

Un musulmano osservante in ambito di operazioni finanziarie e di borsa deve rispettare alcuni dettami del Corano seguendo anche le indicazioni degli Shari’ah Scholars, cioè gli interpreti del Corano in materia di finanza. Infatti, secondo le loro indicazioni un investitore musulmano potrà impiegare le proprie risorse monetarie in azioni di società ed attività che non vìolino gli insegnamenti del Corano: quindi nessun investimento in banche, assicurazioni, produttori di bevande alcoliche, di carne di maiale e di produzioni pornografiche. Invece, le attività in cui è consentito (halal) investire sono principalmente i produttori di auto e di tessili, e, se queste attività producono surplus, che è a sua volta investito in conti produttivi di interessi od imprestato ad interesse, allora il socio rispettoso della Sharia dovrà manifestare espressamente la propria disapprovazione secondo le regole previste. Inoltre, se gli introiti provengono da interessi, parte di questo guadagno deve essere donato in beneficienza. Infine la società non potrà avere degli asset non immediatamente liquidabili in quanto la Sharia non permette il semplice trading in valuta.
RDF

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