venerdì 23 marzo 2012

Il boia in Europa

(fonte: Corriere della Sera), a cura di Roberto Di Ferdinando

Vladislav Koralev e Dimistry Konovalov sono stati giustiziati il 16 marzo scorso a Minsk, in Bielorussa, in quanto giudicati colpevoli dell’attentato dell’11 aprile 2011 al metrò di Minsk, alla stazione Oktyabrskaya, che provocò la morte di 15 persone ed il ferimento di 300. In meno di un anno, l’indagine, il processo e l’esecuzione degli unici due imputati, Vladislav e Dimitry. Molti dubbi sono subito apparsi sulle reali responsabilità dei due operai 26enni, nonostante inizialmente i due giovani si fossero dichiarati responsabili per poi ritrattare, ed i tempi rapidi in cui si è voluto fare “giusitizia”. Aleksandr Lukashenko, il presidente “staliniano” della Bielorussa, che gode di percentuali bulgare di consenso, aveva definito i due operai “un pericolo per la società bielorussa”, e l’attentato “un attacco per destabilizzare il paese” . Ma restano ancora molti dubbi sui mandanti della strage. La Bielorussa resta l’unico paese europeo in cui esiste la pena di morte e le condanne capitale sono eseguite. Nessun leader occidentale ha protestato contro l’esecuzione della pena di morte a Minsk, mentre gli uomini di affari occidentali continuano a recarsi in Bielorussa per stipulare contratti e stringere affari con il regime di Lukashenko.
RDF

1 commento:

Solitario68 ha detto...

La politica degli ultimi anni, almeno in Europa, si è totalmente spogliata di ogni ordine ideologico e morale. Oggi come ieri, ma forse più di ieri, contano solo gli affari, anche con i dittatori sanguinari. Non importa andare troppo lontano nel tempo per ricordare come i nostri governanti fossero pronti ad accogliere Gheddafi con tutti gli onori. Un personaggio non proprio democratico. Potremmo sbizzarrirci negli esempi. Quanto alla pena di morte, anche questa non interessa proprio a nessuno. Forse l'unico che ogni tanto si indigna, qua in Italia, è ancora il vecchio e ruggente leone Marco Pannella. Dopo di lui ci sarà il vuoto pneumatico. Non parleremo più di democrazia, de despoti, di satrapi, di crimini di Stato, di pena di morte ma solo e comunque di affari. Affari insanguinati. Fino a che altre generazioni non ne potranno più. Ma noi per quanto tempo ancora dovremo osservare e sopportare? Ciao a tutti amici di RI.
Solitario 68