martedì 21 giugno 2011

Perché l’Occidente vuole fare fuori Gheddafi?

(fonte: Nigrizia), a cura di Roberto Di Ferdinando

Sono passati più di tre mesi dall’inizio del bombardamento NATO sulla Libia e l’operazione sta attraversando un momento di stallo. Comunque, i conflitti armati tra rivoltosi e lealisti si sono ridotti e la popolazione civile è un po’ meno sotto minaccia, rispettando così gli obiettivi della risoluzione ONU che ha legittimato l’intervento militare. Invece i “Volenterosi”, andando oltre il mandato ONU, stanno tentando di cacciare dalla Libia, o meglio ancora per loro, di uccidere Gheddafi. Perché quest’accanimento contro il rais? E’ vero che Gheddafi è un dittatore, un sanguinoso terrorista, ed il mondo e la Libia sarebbero migliori senza di lui, ma ciò non dovrebbe autorizzare l’Occidente ad uccidere volontariamente una persona, brutale che sia, anche se ormai dopo l’assassinio di Osama Bin Laden, i governanti democratici non si pongono più questo problema etico. Comunque, l’intervento in Libia non è stato avviato per motivi umanitari, bensì per meri obiettivi economici, e la Francia, che difatti ha voluto l’intervento, sarebbe il paese che trarrebbe di più dall’uscita di scena di Gheddafi. Jean-Paul Pougala, direttore dell’Istituto di studi strategici e professore di sociologia all’Università di diplomazia di Ginevra, sul numero della rivista Nigrizia del maggio scorso cerca di spiegare quali interessi ci siano dietro l’operazione NATO in Libia. Iniziamo.
Fino a pochi anni fa le telefonate da e per l’Africa, ma anche all’interno di uno stesso stato avevano costi altissimi perché si appoggiavano su satelliti europei (intelsat) ed era prevista una tassa di 500 milioni di dollari da pagare agli Stati europei. I costi per i paesi africani si sarebbero ridotti se avessero potuto contare su un proprio satellite, che costava 400 milioni di dollari. Troppi per il Continente Nero e Banca Mondiale, FMI e l’Unione Europea erano disposti a finanziare l’operazione solo con tassi d’interesse esosi. Così ci pensa Gheddafi che mette sul piatto 300 milioni di dollari, la Banca Africana di Sviluppo e quella dell’Africa dell’Ovest mettono il restante e il 26 dicembre 2007 l’Africa lanciò il suo primo satellite, poi grazie alla tecnologia cinese e russa, a basso costo, ecco altri quattro satelliti nazionali (Sud Africa, Nigeria, Angola ed Algeria), ed ancora, nel 2010, un altro satellite continentale. Oggi grazie al sistema WiMax l’Africa può avere connessioni a bassissimo costo. Il piano di telecomunicazioni prevede inoltre per il 2020 la costruzione di un satellite completamente africano, realizzato in Algeria e dieci volte più economico di qualsiasi altro satellite.
I 30 miliardi di dollari libici congelati negli USA appartengono alla Banca centrale libica ed erano destinati al completamento di tre istituzioni: la Banca africana d’investimento, il Fondo monetario africano (FMA) e la Banca centrale africana, quest’ultima avrà la competenza ad emettere la prima moneta unica del continente, che sostituirà il franco francese, la valuta più usata in Africa. Ecco un primo motivo per cui la Francia ha interessi ad eliminare Gheddafi.
L’FMA (il suo capitale è composto da soldi algerini, libici, nigeriani, egiziani e sudafricani) dovrebbe sostituire l’FMI garantendo maggiore autonomia finanziaria al continente, il Fondo Monetario Internazionale infatti negli ultimi decenni ha imposto, in cambio di 25 miliardi di dollari di prestiti, privatizzazione a raffica.
Inoltre, Gheddafi dovrebbe prendere la guida dell’Unione Africana, una minaccia per l’Occidente che preferirebbe dialogare e commerciare con un’Africa separata, ecco quindi il tentativo francese, con la creazione dell’Unione per il Mediterraneo (2008) di staccare il Nord Africa dal resto del continente e vedere Parigi come l’interlocutore privilegiato, ma Gheddafi ha detto che l’Unione Africana si farà solo se vi aderiranno tutti i 27 paesi.
RDF

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