venerdì 20 maggio 2011

Tutti a lavoro

(fonte: Corriere della Sera), a cura di Roberto Di Ferdinando

La Cancelliera Angela Merkel ha auspicato che oltre ad una moneta unica, l’euro, possa esserci presto anche una unica disciplina comunitaria riguardo le pensioni e le vacanze. Infatti dinanzi a diffuse e sostanziali crisi economiche e finanziare nell’eurozona, stonano, secondo il giudizio tedesco, le notevole differenze che esistono nei vari paesi membri UE in materia di età pensionabile e di giornate di lavoro. Per il governo tedesco sarebbe opportuno alzare l’età pensionabile per tutti i paesi UE a 67 anni, il limite su cui Berlino difatti sta legiferando, e non solo, i tedeschi non si capacitano come in alcuni paesi vi siano molte più giornate di ferie che in Germania. La Merkel ha voluto far notare ai propri collaboratori, senza affermarlo pubblicamente, come vi sia in Europa un Nord più produttivo e gran lavoratore ed un Sud , invece, più disinvolto e flessibile nella dedizione al lavoro e quindi meno produttivo. In Germania i lavoratori usufruiscono di 30 giorni di ferie, mentre i greci (la Grecia è in profonda crisi economica) possono contare su 37 giorni, gli spagnoli su 36 ed i portoghesi su 35 (altre due economie in grande difficoltà). Fin qui questi dati sembrerebbero dare ragione alla Merkel, ma poi guardiamo che in Italia (il Sud Europa) i lavoratori hanno 31 giorni di ferie, i finlandesi (Nord Europa) almeno 40 giorni, gli austriaci 38 e gli svedesi (profondo nord) 34, mentre gli ‘efficientissimi’ francesi 40 giorni, e quindi il Merkel-pensiero sulla produttività legata alle giornate di lavoro, viene meno. Forse per aumentare la competitività del Vecchio Continente dovremmo studiare altri aspetti, pensiamoci possibilmente fuori dagli orari di lavoro….
RDF

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