venerdì 13 maggio 2011

Potere dei libri

(fonte: Sette-Corriere della Sera), a cura di Roberto Di Ferdinando

Stefano Jesurum, giornalista del Corriere della Sera ed esperto di questioni mediorientali, su Sette della scorsa settimana, evidenzia come i libri riescano dove la diplomazia e la politica non riescono a fare da molti decenni: far dialogare israeliani e palestinesi. Due sono infatti le notizie, le buone notizie. Gli scrittori Amos Oz, Eric Hosbawm, David Grosman e Ian McEwan, sono solo alcuni degli intellettuali, israeliani e non, che hanno sottoscritto un appello al governo di Tel Aviv perché rinnovi il visto a Munther Fahmi, storico libraio arabo di Gerusalemme Est. Infatti la recente normativa israeliana vieta il rinnovo dei permessi per accesso al territorio di Israele agli arabi in possesso di altri passaporti (Fahmi è cittadino statunitense).
Amos Oz, inoltre, ha fatto recapitare in carcere a Marwan Barghouti, ex leader di Al-Fatah e condannato all’ergastolo dalla giustizia israeliana per terrorismo, una copia con dedica del suo libro “Una storia di amore e di tenebra”, con il desiderio che Barghouti conosca quelle pagine in quanto la loro lettura ha aiutato molti arabi a capire Israele; “perché sono sicuro che un giorno o l’altro noi parleremo con lui. Per noi intendo lo Stato d’Israele”. Il libro di Oz è stato tradotto in arabo e diffuso nei territori palestinesi da un avvocato, arabo, di Gerusalemme, il cui figlio fu assassinato da un fanatico palestinese che lo aveva scambiato per un ebreo. Coraggio, i libri hanno un grande potere, quello di aiutare a capire e comprendere, sono tolleranti.
RDF

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