giovedì 9 agosto 2012

L’Incontro segreto al Corriere della Sera

(fonte: Sette-Corriere della Sera), a cura di Roberto Di Ferdinando

Da alcune settimane è in libreria l’ultimo lavoro del giornalista Maurizio Molinari, dal titolo”Governo Ombra – i documenti segreti degli USA sull’Italia degli anni di piombo – “, edito da Rizzoli. Molinari ha attinto per le fonti di questo suo libro ai documenti segreti del Dipartimento di Stato USA che recentemente sono stati desecretati, scoprendo, tra l’altro, il resoconto di un incontro top secret, il 30 marzo 1978, tra l’allora ambasciatore USA in Italia, Richard Gardner, e la direzione del quotidiano Corriere della Sera che si svolse negli uffici del giornale di via Solferino di Milano.
Il 16 marzo 1978 il Presidente del Consiglio, Aldo Moro, era stato rapito dalle Brigate Rosse e il 29 dello stesso mese giungono le tre lettere di Moro. In questo clima di grande tensione, Gardner incontra segretamente, Franco Di Bella, Gaspare Barbiellini Amidei e Leo Valiani, rispettivamente direttore, vicedirettore ed editorialista del quotidiano milanese. L’ambasciatore desidera incontrare la direzione del principale quotidiano “centrista”, per farsi un’idea più completa sulla difficile situazione della democrazia italiana. Dai documenti risulta che la direzione del Corriere era contrario ad aprire il dialogo con i terroristi, in quanto questo avrebbe concesso alle BR un riconoscimento  quasi istituzionale, che l’Italia non poteva permettersi. Di Bella e Barbiellini ritengono che in qualunque modo si concluderà la vicenda, Moro non avrà alcun futuro politico (sarà assassinato dalle BR il 5 maggio 1978), e ci saranno pericolose ripercussione per l’Italia democratica. Invece, Valiani ritiene che le istituzioni democratiche italiane, seppur messe alla prova in maniera dura, sono in grado di resistere, non dipendendo da un’unica personalità politica.
Comunque, i tre giornalisti invitano Gardner a far in modo che l’amministrazione Carter non lasci sola l’Italia; Valiani suggerisce la collaborazione del FBI, Amidei chiama in causa la NATO, mentre Di Bella chiede che gli USA facciano pressioni su Andreotti perché dia una risposta dura ai brigatisti.
Inoltre, i tre sono preoccupati del fatto che il tempo passa e le indagini per liberare Moro non danno risultati, e tutto questo va a favorire il PCI, che in questo clima drammatico, sarà così chiamato ad entrare in un governo di unità nazionale, ottenendo il Ministero degli Interni che guiderà le ricerche con una tale decisione che permetterà di liberare Moro. E questo favorirà il successo elettorale del PCI che, per i tre del Corriere, al suo interno ha una forte presenza di leninisti –stalinisti che potrebbe mettere in difficoltà ed in minoranza la guida progressista di Berlinguer. Per questo auspicano l’aiuto degli USA alla DC, appellandosi anche al discorso di Carter del 12 genniao 1978, in cui il presidente degli USA aveva espresso la sua opposizione della presenza del PCI a governo.
RDF

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