lunedì 20 agosto 2012

“La donna è complementare all’uomo”

(fonte: Corriere della Sera), a cura di Roberto Di Ferdinando

La nuova Tunisia del dopo Ben Alì sembra essere partita con il piede sbagliato. Infatti, nella bozza dell’articolo 28 della nuova Costituzione, la commissione dei diritti e libertà dell’Assemblea costituente ha approvato quanto segue: “Lo Stato assicura la protezione dei diritti della donna, delle sue conquiste, in base al principio della complementarità all’uomo in seno alla famiglia, e in quanto associata all’uomo nello sviluppo della patria”. In parole povere la donna è complementare e non uguale all’uomo. L’articolo è stato approvato con il voto di 12 membri della commissione (i nove rappresentanti di Ennahda, la formazione politica islamista vincitrice delle elezioni dell’autunno scorso, e i tre membri alleati), mentre la proposta alternativa, che dichiarava un’uguaglianza sostanziale tra donne e uomini ha ottenuto gli 8 voti dei restanti membri.
Questo voto ha scatenato le proteste della popolazione tunisina e non solo di quella femminile. L’Assemblea costituente è da giorni assediata pacificamente dai dimostranti che chiedono che siano confermati i diritti riconosciuti alle donne che avevano fatto della Tunisia uno dei paesi più progressisti del continente africano. Adesso la questione passera al Parlamento che dovrà approvare,  respingere o modificare la Costituzione e quindi anche l’articolo 28.
RDF

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