mercoledì 27 aprile 2011

Domande

C’è un paese che da oltre quarant’anni è sotto la morsa di un governo dittatoriale, il suo leader ha finanziato (finanzia?) il terrorismo internazionale, la censura è totale, non vi sono diritti e libertà, da settimane alcune città sono insorte contro il despota, i manifestanti inneggiano alla democrazia, chiedono riforme, sviluppo, progresso e migliori condizioni di vita, vogliono che il dittatore se ne vada. Il regime ha risposto bombardando, le città ribelli sono accerchiate dall’esercito lealista, si contano centinaia di vittime tra i civili.
Gli insorti chiedono un aiuto che solo dall’estero può venire, guardano all’Occidente, agli USA, all’ONU………Non sto descrivendo la situazione attuale in Libia, ma in Siria. Perchè gli insorti siriani hanno meno diritto di essere aiutati di quelli libici? Dove sono le Nazioni Unite? Dov’è il sorriso rassicurante di Obama? Ed in particolare mi chiedo, dove sono gli aerei francesi e britannici? Sarkozy ha già recuperato nei sondaggi e quindi non ha bisogno di aprire un altro fronte in Siria?
RDF

2 commenti:

Alagi Amba ha detto...

Tutti sanno che l'ONU non può proteggere tutti. Sono le potenze vincitrici che decidono chi aiutare e chi fermare. Purtroppo non esiste un meccanismo migliore di quello che attualmente regola il funzionamento della massima istanza mondiale. La Siria evidentemente non può essere toccata perchè entrare in un conflitto in quel paese, rischierebbe di mettere in crisi gli equilibri geopolitici di una regione di per sè strategica per la pace mondiale. Per intervenire in Siria ci vuole l'assenso della Turchia, di Israele, senza contare la reazione che questo comporterebbe in Iran e soprattutto in Arabia Saudita. Gli USA sono troppo esposti per potersi sobbarcare un'altro intervento. Non a caso quello in Libia è per ora un conflitto in cui non hanno il ruolo determinante. Ma in Siria non potrebbero fare a meno di assumere una guida o comunque condizionare pesantemente l'intervento. In queste condizioni, i siriani saranno probabilmente costretti a morire per la loro libertà.
Alagi Amba.

Roberto ha detto...

Ad un lettore che gli chiedeva come mai la Nato e gli USA si fossero comportati (e si stessero comportando)diversamente dinanzi alle crisi libiche e siriane, Sergio Romano ha risposto nella sua rubrica sulle pagine del Corriere della Sera spiegando difatti come i due paesi siano diversi tra loro e pongano quindi anche problemi diversi. La Libia, ad esempio, è un paese dove le tribù hanno ancora un loro peso nella vita sociale, politica e commerciale, inoltre Gheddafi , che ha instaurato un potere personalissimo, è sempre stato inviso da tutti suoi vicini e dal mondo arabo e quindi nessuno si lamenterebbe per una sua uscita di scena, in qualunque modo avvenga. La Siria invece ha uno Stato “più complesso e raffinato […]. In Siria esistono un partito politico (il Baath) […]e una minoranza religiosa (alauiti) che è da sempre una solida base del potere presidenziale e a cui appartengono quasi tutti gli ufficiali dell’esercito”. La Siria inoltre gode del sostegno dei paesi vicini: l’Iran, gli Hezbollah in Libano, Hamas nella striscia di Gaza, la Turchia e perfino Israele, sempre secondo Romano, preferisce il regime di Assad, laico, piuttosto che uno a guida islamista. Romano conclude la sua risposta con questa affermazione-domanda: “queste sono alcune delle ragioni per cui l’Occidente non ha ritenuto opportuno fare alla Siria ciò che ha fatto alla Libia. La Nato sta già combattendo una guerra lunga e costosa che non sta dando i risultati desiderati. Perché dovrebbe farne un’altra?” Carissimo ambasciatore Romano, forse la domanda da porsi sarebbe un’altra: perché la Nato ha iniziato la guerra in Libia? Ancora domande senza risposte.
RDF