martedì 24 aprile 2012

La diplomazia italiana in declino

(fonte: Corriere della Sera), a cura di Roberto Di Ferdinando

Nei prossimi giorni sarà presentata l’edizione 2012 dell’Annuario sulla politica estera dell’Italia dell’Istituto Affari Internazionali (IAI) e dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (ISPI). Anticipazioni dell’introduzione del rapporto evidenziano un grave stato di salute della nostra diplomazia e della nostra politica estera: “alla grande partita della redistribuzione del potere e del prestigio l’Italia si presenta, infatti, in condizione di eccezionale debolezza”. Sul “banco degli imputati”, il governo Berlusconi, che, al di là dei vari scandali che ha attraversato, non ha avuto una precisa strategia politico-diplomatica, in ambito comunitario, determinandone un isolamento all’interno delle istituzioni e vertici UE, non solo, l’Italia ha subìto quasi  un’ esclusione per volere dei partner maggiori. Inoltre, la leadership statunitense e il suo multilateralismo sono entrati in crisi, trascinandosi dietro l’Italia, che per anni, appoggiandosi sugli USA ed affidandosi alle sedi decisionali internazionali, aveva attenuato la propria debolezza.
Meglio il governo Monti che ha scelto “serie iniziative”, ma ancora c’è da fare:”l’Unione è stata di volta in volta, e a seconda del momento, ora rappresentata come vincolo esterno inderogabile, ora additata a causa dei mali nazionali, ora, ancora, invocata come unica fonte di salvezza, col risultato di confondere responsabilità nazionali ed europee”.
In riferimento alle vicende arabe e della Libia il rapporto denuncia che: “l’Italia è stata colta completamente di sorpresa dall’epidemia di rivolte”, in particolare nella vicenda libica e in riferimento al suo titubante intervento nel conflitto: “quasi un catalogo delle costanti storiche della politica estera italiana”.
RDF

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