venerdì 13 gennaio 2012

Miniere “umane”

(fonte: La nuova ecologia), a cura di Roberto Di Ferdinando

Da sempre il lavoro delle miniere è duro, logorante, sotto pagato e spesso anche disumano, l’uomo infatti non è fatto per stare sotto terra, almeno da vivo. Eppure esistono delle realtà in cui il lavoro minerario è meno “disumano”, rimanendo, comunque sempre pesante.
Siamo in Colombia, zona occidentale del dipartimento Boyacà, località Maripì, presso Muzo, la capitale colombiana dell’estrazione di smeraldi, i più belli al mondo. Fino a qualche decina di anni fa, qui non esistevano regole, se non quella del più forte, e lo sfruttamento di queste terre era selvaggio, totale (centinaia di bulldozer smuovevano tonnellate di terra per estrarre gli smeraldi), senza alcun rispetto per la Natura e gli uomini. Negli ultimi anni molto è cambiato. Il governo di Bogotà è intervenuto dando una netta regolarizzazione. L’estrazione infatti avviene adesso attraverso le perforazioni delle montagne realizzando tunnel lunghi centinaia di metri (comunque non so quanto sia meno invasiva), da qui i minatori (esmeralderos), tramite scale ed ascensori, scendono alla corte, cioè al taglio dove si presume ci sia la vena ricca d smeraldi. Rispetto ad altre zone minerarie colombiane, qui i minatori sono pagati con un regolare salario (250 euro è lo stipendio mensile minimo), hanno pasti garantiti, assistenza sanitaria, squadre speciali di assistenza in caso di incidenti all’interno della miniera, e nelle ore libere possono frequentare, gratuitamente, corsi di formazione, tra cui imparare l’inglese; inoltre lavorano venti giorni al mese mentre per i restanti dieci rientrano a casa. Per quanto riguarda la Natura, le autorità locali hanno regolarizzato l’estrazione per garantire l’ambiente. Non solo, le acque del Rio Minero (il nome ne ricorda l’impiego nell’attività estrattiva), una volta utilizzate nel giacimento, attraverso un complesso procedimento di purificazione, sono nuovamente immesse nel fiume.
Il controllo perché i minatori non si intaschino gli smeraldi estratti è molto rigido, ma alle volte può capitare che qualche esmeraldero riesca a portare fuori una pietra preziosa che ha estratto dalla vena, un piccolo capitale che spesso va ad esaurirsi subito in “alcol e donne, quasi nessuno è capace di risparmiare o investire”, come dice Mercedes Chaporro, l’unica donna impiegata nella miniera di Santa Rita, responsabile dell’organizzazione del lavoro, intervistata dalla rivista italiana, La nuova ecologia.
RDF

1 commento:

cla_italia ha detto...

La miniera si chiama Santa Rosa.