lunedì 16 gennaio 2012

E’ l’ora della guerra?

(fonte: Corriere della Sera), a cura di Roberto Di Ferdinando

Dell’attacco israeliano all’Iran se ne parla dal 2008, ogni volta sembra di essere sul punto che scoppi, poi la diplomazia, il dialogo e le alternative al conflitto, fortunatamente, prevalgono, ma oggi la pace sembra essere più lontana. I piani di attacco di Israele ci sono, sono pronti da anni e continuamente aggiornati. Manca solo il consenso dell’Occidente, ma Israele è pronto all’impiego della forza anche senza l’appoggio e l’”autorizzazione” degli amici europei e degli USA, difatti un Iran con la bomba atomica è un rischio troppo grande per gli israeliani. In questi giorni il generale statunitense, Martin Dempsey, consigliere militare del presidente Obama, sarà a Gerusalemme ed a Tel Aviv, proprio per sondare il campo e vedere i piani di attacco israeliani. Gli Stati Uniti sono rassegnati all’operazione militare israeliana (sono stati allertati i 15.000 militari USA in Iraq), ma sperano che gli iraniani diano seguito alle deboli, ma pur presenti, aperture degli ultimi giorni. Per Gerusalemme si tratterebbe invece solo di decidere il quando, a primavera adesso od a novembre dopo le elezioni presidenziali USA. Già nel 2008, anno di elezioni di Obama, gli israeliani avevano programmato l’attacco, sperando che i repubblicani americani mantenessero la guida del paese e che la dottrina Bush Jr continuasse, invece ci fu la vittoria di Obama, e prevalse la linea del dialogo. Ma adesso, curiosamente, sotto la presidenza democratica di Obama (Obama non ha mai reso visita a Israele, non era mai successo negli ultimi trent’anni per un presidente USA), e con un consenso strappato di malavoglia agli americani, Israele potrebbe attaccare l’Iran, cioè fare ciò che non poté fare sotto la presidenza di guerra di Bush Jr.
RDF

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