sabato 15 ottobre 2011

I droni USA

(fonte: Corriere della Sera), a cura di Roberto Di Ferdinando

I droni sono velivoli aerei senza pilota che gli Stati Uniti stanno utilizzando da circa dieci anni per colpire obiettivi strategici e terroristi in territori ostili. Il nome tecnico è MQ-Reaper, ha un’autonomia di volo di circa 4.000 km, può mantenere una velocità di crociera di 370 chilometri orari e raggiunge l’altitudine massima di 15.240 metri. E’ armato con missili Hellfire e bombe a guida laser e costa 13,5 milioni di dollari. Il Pentagono e la CIA prediligono utilizzare questo velivolo per missioni delicate: dove non è possibile inviare soldati a terra o dove un caccia (con pilota) potrebbe essere intercettato, anche se, comunque, un caccia non può avere la precisione di un drone. I droni sono guidati via satellite da equipaggi che si trovano in territorio americano (una stazione di comando si trova in Nevada). Il primo Reaper ad operare fu nel 2002, su autorizzazione dell’allora presidente USA, George W. Bush, per colpire Al Harithi, un terrorista di Al-Qaeda. Ma il boom del suo impiego si è avuto con l’amministrazione Obama, infatti nel 2010 sono state portate a termine 118 missioni con i droni e nel 2011, ad oggi, le missioni compiute con questi velivoli telecomandati sono 50. I droni sono stanziati, pronti a partite per le loro missioni, nelle isole Seychelles (per colpire i terroristi Shabab in Somalia e Al-Qaeda in Yemen) ed a Gibuti, alcuni droni, per colpire in Afghanistan, sono partiti da aeroporti pakistani. Ma nel frattempo a Washington stanno studiando di potenziare l’impiego di questi velivoli, non a caso la diplomazia statunitense sta lavorando per avere le autorizzazioni ad aprire due basi per i droni, una in Etiopia e l’altra nella Penisola Arabica. Non solo, i tecnici militari USA stanno studiando anche una più evoluta versione dei droni. Oggi, infatti, l’equipaggio che guida a distanza il drone, si compone di un pilota e di un addetto alle armi, ed è quest’ultimo a premere il pulsante per colpire l’obiettivo. La nuova versione vedrebbe invece il Reaper guidato solo dal computer a cui spetterebbe la decisione di sganciare il missile; così, pensano gli ufficiali statunitensi, non vi sarebbero più i rimorsi di coscienza per l’addetto alle armi che, in caso di vittime civili (sono numerose quelle causate, per errore, dai missili dei droni), non potrebbe essere più incriminato.
RDF

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