venerdì 25 maggio 2012

Non c'è pace neanche per il caviale

(fonte: Corriere della Sera), a cura di Roberto Di Ferdinando

Sembra che Israele e Iran non riescano proprio a trovare un tema su cui andare d’accordo, perfino sul caviale devono contendersi e confrontarsi aspramente.
Andiamo per ordine. Fino ad alcuni anni fa il 95% del caviale presente sulle tavole di tutto il mondo proveniva dal Mar Caspio e la maggioranza di questo non era d’allevamento. L’Iran era uno dei più importanti esportatori di caviale, era, perché adesso la sua posizione dominante nel mercato mondiale delle uova di storione è minacciata dai nuovi produttori, tra cui Israele che ha visto difatti aumentare del 25% la produzione ed esportazione di questo pregiato alimento. Nei kibbuz del Nord, grazie alle acque montane è fiorita la storionicoltura, agevolata anche dalle conoscenze vendute ad Israele da consulenti russi, curiosamente sono russi anche i tecnici che stanno fornendo (servizio ben remunerato) il know-how al programma atomico iraniano. A rendere sempre più dinamica la produzione israeliana di caviale, anche il divieto, per un ebreo osservante, secondo le regole kosher dell’alimentazione, di  mangiare le uova di qualsiasi pesce. Ecco quindi che quasi tutto il caviale israeliano è esportato, divenendo il principale rivale per quello iraniano.
Ma la guerra alimentare tra Israele e Iran non si gioca solo sul caviale, infatti già in passato avevamo denunciato la polemica tra Gerusalemme e Teheran per via dei pistacchi. Infatti Israele ne è un grande importatore dalla Giordania e dall’Egitto, senza però sapere (o far finta di sapere) che quei pistacchi, in verità, provengono dall’Iran. A tal proposito si veda il nostro post: http://recintointernazionale.blogspot.it/2008/06/notizie-dal-medio-oriente-iran-israele.html .
RDF

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