mercoledì 9 maggio 2012

L’anagrafe e i cognomi stranieri

(fonte: ItaliaOggi), a cura di Roberto Di Ferdinando

Sta diventando un problema serio e diffuso quello che in questi mesi devono affrontare le anagrafe dei comuni italiani. Il problema riguarda la mancata disciplina in riferimento ai cognomi di cittadini stranieri che risiedono in Italia o che assumono la cittadinanza italiana. Infatti non bastano le varie circolari del Ministero dell’Interno per regolarizzare ed uniformare le modalità di comportamento delle anagrafi quando si trovano di fronte a cognomi complessi. Difatti, nella pratica sorgono numerose problematiche. Ad esempio, molti cittadini filippini hanno il cognome di “mezzo”, cioè il cognome materno, che è in mezzo al nome proprio e il cognome, ma non sempre le anagrafi lo colgono come un doppio cognome, anzi, cadono nell’errore di ritenerlo un secondo nome o un primo cognome.
Gli addetti comunali incontrano ancora più difficoltà con i cognomi arabi, in particolare con i cognomi dei cittadini egiziani. Infatti, in questo caso, dopo il nome proprio, spesso, succede il nome del padre ed i nomi del nonno e del bisnonno, in alcuni casi nei documenti ufficiali egiziani si arriva a citare anche il nome del trisavolo; ma non sempre questa elencazione è così lineare e rispettata.
Ed ancora, i cognomi dei pachistani e degli indiani sikh: i maschi e le femmine portano cognomi specifici del proprio sesso, Singh i maschi, Kaur le femmine, quindi una donna sikh che chiede di diventare cittadina italiana, prenderebbe il cognome del padre, cioè Singh, ma assume così una connotazione maschile. Lo stesso problema si presenta con i cognomi slavi che sono declinati al femminile con il suffisso –ova. Ma se un figlio vive solo con sua madre e non è stato riconosciuto dal padre, prendere quindi il cognome della madre, che indica però un genere femminile.
Inoltre in alcuni stati asiatici molte persone non hanno cognomi, oppure molte omonimie (paesi arabi) mentre in altri, specialmente in Africa, alcuni non  sanno la data precisa in cui sono nati e quindi nei loro paesi d’origine sono stati registrati all’anagrafe utilizzando, quale data di nascita, il primo giorno dell’anno, il tutto determina molti doppioni nell’assegnazione dei codici fiscali.
Infine, vi sono anche differenze di trattamento per alcuni cittadini stranieri. Infatti, gli spagnoli ed i portoghesi, una volta diventati italiani, possono mantenere il cognome della madre oltre a quello del padre, invece i cittadini sudamericani, se acquisiscono la cittadinanza italiana, devono abbandonare il cognome materno.
RDF

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Stessa cosa dicasi anche per cognomi greci o polacchi. Ma esiste proprio un vuoto normativo oppure no?

RDF ha detto...

A quanto si sa la materia è disciplinata da circolari ministeriali che periodicamente aggiornano e indicano alle questure ed agli uffici dell'anagrafe come muoversi, ma i casi spesso sono molto diversi, anche per cognomi di cittadini della stessa nazionalità