Libero Pensatoio Fiorentino di Politica
Internazionale
“Recinto come barriera fisica, naturale, come le montagne, i fiumi o gli steccati. Ma anche come barriera convenzionale, come una frontiera. Frontiere che sono lentamente sparite, superate dalla politica e dagli scambi economici. Da tante frontiere, ad un'unica frontiera, da tanti recinti ad un unico recinto, internazionale, che avvolge la nostra contemporaneità”
domenica 7 novembre 2010
Giordania: via la kippiah!
Vietato agli israeliani indossare la kippiah sul territorio giordano. (fonte: Corriere della Sera), a cura di Roberto Di Ferdinando
1 commento:
Roberto
ha detto...
Il governo giordano ha stabilito che gli israeliani che entreranno in Giordania, dovranno consegnare alle autorità di sicurezza di confine le loro kippiah, il tipico copricapo che gli ebrei più osservanti sono soliti indossare durante la giornata (obbligatorio quando si entra in una sinagoga, al Muro del Pianto e quando si legge la Bibbia od un testo sacro) ed i tefillin (gli astucci di cuoio per la preghiera del mattino). La decisione è stata motivata per esigenze di sicurezza, per evitare cioè che i cittadini israeliani-ebrei possano, così facilmente individuabili, essere vittime di aggressioni, ma c’è chi sostiene, invece, che la scelta del governo giordano, in crisi di consensi, sia il tentativo disperato per accattivarsi la simpatia della comunità palestinese, che in Giordania rappresenta il 40% della popolazione, altri ancora ritengono anche che sia una semplice ritorsione per la decisione presa in alcuni paesi dell’Occidente di vietare di indossare il burqa e il velo o di ostentare i simboli religiosi. Ma in Israele tale decisione è stata accolta come una diretta discriminazione, infatti, il provvedimento non ha coinvolto anche i simboli di altre confessioni religiose. Una discriminazione come quella attuata in passato verso gli israeliani nel sito archeologico di Petra, sempre in Giordania, dove i cittadini israeliani furono obbligati a pagare un sovrapprezzo. RDF
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Il governo giordano ha stabilito che gli israeliani che entreranno in Giordania, dovranno consegnare alle autorità di sicurezza di confine le loro kippiah, il tipico copricapo che gli ebrei più osservanti sono soliti indossare durante la giornata (obbligatorio quando si entra in una sinagoga, al Muro del Pianto e quando si legge la Bibbia od un testo sacro) ed i tefillin (gli astucci di cuoio per la preghiera del mattino). La decisione è stata motivata per esigenze di sicurezza, per evitare cioè che i cittadini israeliani-ebrei possano, così facilmente individuabili, essere vittime di aggressioni, ma c’è chi sostiene, invece, che la scelta del governo giordano, in crisi di consensi, sia il tentativo disperato per accattivarsi la simpatia della comunità palestinese, che in Giordania rappresenta il 40% della popolazione, altri ancora ritengono anche che sia una semplice ritorsione per la decisione presa in alcuni paesi dell’Occidente di vietare di indossare il burqa e il velo o di ostentare i simboli religiosi. Ma in Israele tale decisione è stata accolta come una diretta discriminazione, infatti, il provvedimento non ha coinvolto anche i simboli di altre confessioni religiose. Una discriminazione come quella attuata in passato verso gli israeliani nel sito archeologico di Petra, sempre in Giordania, dove i cittadini israeliani furono obbligati a pagare un sovrapprezzo.
RDF
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