lunedì 1 novembre 2010

Estremo Oriente: cresce la tensione fra Giappone e Russia

Tensione fra le potenze alle Curili. Un "residuo" della Seconda Guerra Mondiale guasta le relazioni fra Russia e Giappone. Fonte "La Repubblica"

1 commento:

Francesco Della Lunga ha detto...

E’ bastata una visita del presidente russo Medvedev sull’isola di Kunashiri per riaprire un contenzioso diplomatico fra Russia e Giappone che si è aperto nel lontano 1945, all’epoca della resa giapponese nella Seconda Guerra Mondiale. Dopo pochi giorni dalla capitolazione giapponese, i russi si stabilirono sulle quattro isole contese, facendone parte integrante dell’ex URSS ed oggi della Federazione Russa con il nume Curili del Sud. Per il Giappone invece, quelle quattro isole, al largo di Hokkaido (si tratta delle isole di Etorofu, Kunashiri, Shikotan, Habomai) sono denominate Territori del Nord. E’ interessante notare che le dispute diplomatiche territoriali, lascito della Seconda Guerra Mondiale, grazie alla nascita dell’Unione Europea, sono per noi quasi dimenticate dalla Storia, mentre nell’altra parte del globo esistono ancora dei veri e propri “residuati bellici”. Abbiamo raccontato nel nostro blog come la questione di Taiwan sia ancora lontana dall’essere risolta fra la Cina nazionalista e la Repubblica Popolare Cinese, che dalla fine della guerra la rivendica come parte integrante del proprio territorio e di come i giochi diplomatici si spostino in scacchieri lontani, come nell’Isola di Santa Lucia nei Caraibi, quest’anno salita alla ribalta della cronaca del nostro paese per tutt’altre vicende. Per non parlare della guerra fredda fra le due Coree il cui presidiatissimo confine è stato tracciato nel lontano 1953. Leggiamo ancora che, con una certa frequenza, altre isole del pacifico, conquistate dagli Stati Uniti con l’intento di fermare l’Imperatore giapponese siano ancora oggetto di rivendicazioni e di ripresa degli orgogli nazionali. Negli ultimi anni l’isola di Okinawa, ad esempio, è stata al centro di un lungo contenzioso fra il Giappone e gli Stati Uniti avente ad oggetto il recupero dell’integrità territoriale giapponese e la necessità di rivedere il trattato di pace con gli USA e la questione dell’utilizzo delle basi militari. Anche in Italia la questione ha trovato spazio in alcuni settori dell’opinione pubblica negli ultimi decenni anche se, con l’abbandono dell’isola della Maddalena, avvenuta pochi anni fa per iniziativa unilaterale statunitense, il dibattito sul futuro delle basi americane ed il recupero della piena sovranità italiana sembra davvero un “residuo” di una storia passata. Da un lato questo atteggiamento potrebbe significare che il nostro paese ha definitivamente abbandonato ogni velleità di revisione dei trattati, confidando nelle scelte di politica estera statunitense, ormai sempre più disinteressate al vecchio continente e con la NATO rimasta come ultimo baluardo della presenza americana in Europa, dall’altro che l’integrazione sempre più forte fra gli stati europei, sebbene contrassegnata ancora da lunghi momenti di inazione dovuti ai differenti approcci allo sviluppo delle istituzioni comunitarie, abbia definitivamente consegnato al passato storico questo genere di rivendicazioni. Se tutto questo è positivo per il futuro europeo, è anche vero che questo periodo storico potrebbe essere quello più favorevole per chiudere definitivamente i conti con il passato, almeno per quanto riguarda il nostro paese. In Oriente invece la situazione appare ancora oggi complicata perché non c’è in previsione la nascita di alcuna organizzazione sovranazionale che possa ammortizzare le tensioni fra le potenze regionali. Al contrario, la globalizzazione e le rivalità fra le nazioni orientali (India, Cina, Giappone soprattutto ma anche il ritorno dell’orgoglio russo), potrebbero spingere questa parte del mondo ad un nuovo ritorno alle armi.
Francesco Della Lunga