lunedì 23 febbraio 2009

Notizie dall’Europa: la sedia in prima fila per Sarkozy

Il settimanale tedesco Der Spiegel ha rilevato, nelle settimane passate, la pressione che il governo di Parigi sta esercitando presso il Segretariato Generale della NATO per avere, contro ogni protocollo, un posto in prima fila, accanto al Segreterario Generale al prossimo summit NATO.
A cura di Roberto Di Ferdinando

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sarkozy sta facendo i capricci per ottenere un privilegio che non gli spetta. Secondo il settimanale tedesco Der Spiegel, infatti, da alcune settimane la diplomazia francese sarebbe al lavoro per fare in modo che il Presidente della Repubblica francese, Sarkozy, possa avere un posto di rilievo al tavolo dei capi di Stato e di governo dei Paesi dell’Alleanza Atlantica per il prossimo summit del 3 e 4 aprile che si svolgerà, prima nella città tedesca di Kehl e poi in quella francese di Strasburgo. Il Presidente Sarkozy infatti vorrebbe sedersi accanto al Segretario Generale, l’olandese Jaap de Hoop Scheffer, ma il protocollo della NATO prevede che l’assegnazione dei posti al prestigioso tavolo debba seguire un rigoroso ordine alfabetico. Sembra comunque vicina la soluzione. Infatti, le parti sembrano essersi accordate per la presenza di Sarkozy in pole position per l’assemblea non pubblica, mentre, per le riprese ufficiali dovrebbe essere rispettata la gerarchia alfabetica. Ovviament,e la questione del dove far sedere Sarkozy ha un fondamento ben più importante. La Francia infatti dal 1966, per volere di De Grulle, non fa più parte del dispositivo militare integrato della NATO (aderisce politicamente al Patto, ma non partecipa ai comandi comuni militari); ma secondo Sarkozy, gollista, i tempi sarebbero maturi per riportare la Francia completamente, anche sul piano militare, dentro la NATO, pur sapendo di una certa diffidenza dei cittadini francesi verso questa operazione. Però per Sarkozy farsi fotografare in prima fila a quel solenne tavolo, potrebbe avere una valenza importante. In particolare lo aiuterebbe a convincere i francesi, sempre attenti ad essere presenti e considerati nelle grandi occasioni, che ritornare nell’organizzazione militare della NATO avrebbe importanti risvolti positivi per la neo politica estera (di potenza?) di Parigi, nonostante anche i seri dubbi avanzati dalle parti politiche francesi, socialisti e gollisti.
Chissà, forse i capricci di Sarkozy sono un altro tentativo del Presidente, perennemente in cerca di consenso, di aumentare la propria popolarità, ultimamente in crisi: rientrare nella NATO, farsi fotografare al tavolo dei grandi come fosse un leader fondamentale dell’Alleanza.
Roberto Di Ferdinando

Anonimo ha detto...

Questo spunto, a parte la simpatia che può ispirare, pare essere in linea con il ritorno degli stati nazionali sulla scena politica continentale. Infatti, da diversi mesi ormai, si assiste quasi quotidianamente al tentativo dei leader nazionali di trovare una ribalta, non solo in questioni di politica interna, che è abbastanza normale, ma anche in quelle di politica internazionale. Questi fatti fanno pensare che la costruzione europea è sempre più lontana ad essere un attore maturo e compiuto. L'Unione, specie nell'attuale tempo di crisi, si contraddistingue ancora di più come un soggetto anomalo, incapace di prendere decisioni in tutte le più importanti crisi politiche internazionali, come il recente conflitto in Georgia e quello fra Israele ed i palestinesi nella Striscia di Gaza hanno dimostrato. La nuova ascesa quasi irresistibile degli stati nazionali, nella veste delle dichiarazioni dei loro leader politici, sembra ricalcare, in larga parte ma con le opportune differenze storiche, l'ascesa delle potenze alla fine del milleottocento, quando gli apparati industriali e militari puntarono decisamente verso lo scontro. Ora, pare sinceramente difficile che oggi, dopo oltre un secolo, si possa pensare ad un conflitto fra le "vecchie potenze" europee. Questo pare sinceramente un argomento di fantapolitica. Però pare abbastanza curioso osservare il nuovo dinamismo che caratterizza tutto il quadro occidentale, con gli USA che sembrano ripiegati sui problemi interni piuttosto che sugli scenari internazionali, come invece ha contraddistinto il tratto delle ultime amministrazioni repubblicane, con gli stati europei in cerca di risposte in ordine sparso, con il tentativo di trovare ricette più originali e comunque in un contesto individuale piuttosto che nella cornice condivisa dell'Unione. Poi ci sono altri elementi economici che sembrano rafforzare il potere degli stati nazionali, a danno delle istituzioni comunitarie: il ritorno dello Stato nella regolazione del sistema economico nazionale, con una serie di nazionalizzazioni che per adesso sembrano riguardare il settore bancario, e, nel nostro paese ma forse non un caso isolato, nel tentativo di rispondere alla crisi ed alle difficoltà indotte dalla post modernità e post globalizzazione con il ritorno di "gruppi di cittadini" al di fuori della cornice ordinamentale, nel tentativo di recuperare facilmente il consenso, il rafforzamento del potere centrale, la decisione di rilanciare l'industria energetica ovvero il nucleare, come ulteriore volano economico, sebbene questa attività sia a lunghissimo termine, come anche i risultati potenziali. Tutto questo dinamismo, sebbene lontano dal significato del primo Novecento, con la riscoperta culturale anche delle avanguardie storiche, dove potrà sfociare? Nel frattempo vediamo dove riuscirà a sedersi Sarkozy, poi proveremo a trarre qualche conclusione.
Francesco Della Lunga