lunedì 12 maggio 2008

Alle origini dello Stato d'Israele: l'accordo Sykes Picot e la dichiarazione Balfour

A sessant'anni dalla nascita dello Stato ebraico, il ruolo della diplomazia britannica in medioriente all'inizio del secolo

2 commenti:

Unknown ha detto...

In occasione delle celebrazioni dei sessant’anni dalla nascita dello Stato di Israele, ci è parso particolarmente interessante il programma “La storia siamo noi” andato in onda su RAI 3 questa mattina. Si parlava infatti di come le potenze occidentali, all’inizio del secolo, promossero la nascita dello stato ebraico. Parlare di potenze occidentali può essere un po’ troppo estensivo poiché i promotori della nascita di Israele furono fondamentalmente la Gran Bretagna con la Francia da corollario. E’ un fatto storico che la nascita dello stato ebraico si fa risalire alla famosa dichiarazione Balfour del 1917. Lord Arthur Balfour fu il ministro degli esteri della Gran Bretagna (1916-1919), sotto il governo di David Lloyd George. Balfour dichiarò che la Gran Bretagna avrebbe visto con favore la nascita di uno stato ebraico in Palestina, garantendo però, allo stesso tempo, lo stesso diritto agli arabi. Una dichiarazione bipartisan, si sarebbe detto nel linguaggio odierno della politica italiana. In realtà era una dichiarazione che avrebbe presto condotto ad inasprire gli animi ed a porre le basi sì dello stato ebraico, ma anche della resistenza araba e poi palestinese. Quando infatti si cerca di analizzare le vicende dello stato ebraico, del suo più temibile nemico, lo stato palestinese, e le mosse degli attori nel complicato scacchiere mediorientale, bisogna necessariamente risalire all’inizio del secolo scorso ed in particolare negli anni che precedettero il primo conflitto mondiale e quelli che poi lo conclusero.
Dall’alto della sua potenza imperiale, Londra poteva tracciare i confini degli stati nascenti con un tratto di penna. Era una prassi abbastanza comune nella diplomazia del tempo dove le grandi potenze europee, nel loro “concerto”, si suddividevano le zone di influenza. La dichiarazione di Lord Balfour era successiva all’accordo segreto siglato dal Marc Sykes e George Picot. I due diplomatici, inglese il primo, francese il secondo, si spartirono i territori mediorientali e stabilirono le rispettive zone di influenza dopo che l’impero turco ottomano si fosse dissolto con la fine della guerra. Con questi accordi, Parigi si prendeva il Libano e la Siria, Londra avrebbe controllato la Transgiordania e l’Iraq. Nel mezzo c’era la Palestina che avrebbe potuto diventare, secondo Balfour, il nuovo stato ebraico. Occorre ricordare che gli inglesi non promisero uno stato solo agli ebrei che, lentamente, cercavano di tornare nella Terra Promessa. Infatti gli inglesi, per poter aver dalla loro parte la popolazione araba, nel tentativo di annientare l’impero turco, attuarono il più classico dei doppi giochi garantendo agli arabi un loro stato. Gli inglesi presero accordi con Hussein Ibn Alì, della dinastia hashemita, i cui uomini aiutarono gli inglesi contro l’impero ottomano. Il figlio di Hussein, Feisal, riuscì per poco tempo a governare sulla Siria. Ma all’indomani della fine della Prima Guerra Mondiale e della conferenza di Versailles, gli inglesi dovettero cedere il passo ai francesi, come stabilito nell’accordo Sykes Picot e così anche Feisal fu costretto a fuggire da Damasco. Così gli inglesi attuarono il loro doppio gioco. Da un lato si auspicò e si favorì l’arrivo dell’immigrazione ebraica in Palestina, dall’altro si cercò l’appoggio di Hussein contro l’impero turco promettendo anche a lui il futuro governo di uno stato arabo. Una politica del “divide et impera”, proprio nello stile perfetto del colonialista del tempo. Per Londra non era fondamentale favorire la nascita dello Stato di Israele o quello arabo. L’importante era presidiare le zone mediorientali di cui già si percepiva l’importanza economica. Secondo il presidente statunitense Woodrow Wilson, una delle cause dello scoppio della guerra mondiale era stato il meccanismo delle alleanze fra le potenze, sancito da accordi segreti. Egli promosse l’abolizione della diplomazia segreta, in uno dei suoi famosi 14 punti e la nascita della Società delle Nazioni, predecessore dell’ONU. Ma l’Europa non avrebbe cessato di stipulare accordi segreti (il più famoso è rimasto forse l’accordo Ribbentropp Molotov fra la Germania hitleriana e l’URSS staliniana per la spartizione dell’Europa Orientale) e di rimangiarsi i trattati che sottoscriveva. Con il risultato di ricadere di nuovo nella spirale del conflitto mondiale, ancora peggiore del primo. Nel frattempo in medioriente gli ebrei iniziavano un lento ritorno, si scontravano con gli arabi illusi dalla diplomazia inglese, sarebbero entrati subito in guerra con i palestinesi nel 1948, quando l’ultima truppa inglese avrebbe lasciato Gerusalemme.
FDL

Anonimo ha detto...

Sandro Rogari, Professore di Storia Contemporanea alla Facoltà di Scienze Politiche di Firenze e Prorettore dell’Ateneo Fiorentino, in un suo articolo a ricordo della fondazione, del moderno Stato di Israele dal titolo:“Armi in pugno in difesa di un popolo”, pubblicato su QN mercoledì 14 maggio 2008, sui fatti del primo conflitto tra israeliani e paesi arabi (1948), così scrive: “Una cosa divenne chiara: appena i britannici si fossero ritirati la comunità ebraica avrebbe dovuto fronteggiare l’offensiva araba. Puntualmente, subito dopo la Dichiarazione di Indipendenza del 14 maggio, gli stati arabi confinanti passarono all’offensiva. Il Segretario Generale della Lega Araba annunciò: - una guerra di sterminio e di massacro della quale si parlerà come si parlerà dei massacri dei Mongoli e delle Crociate -. Aveva trascurato che l’organizzazione militare ebraica, l’Haganah, non era giunta impreparata all’evento; aveva messo in conto l’aggressione, preparando la controffensiva vittoriosa.
In realtà, la guerra non era stata ingaggiata per tutelare i palestinesi, bensì per espellere gli ebrei. Fra i più interessati c’era la Transgiordania che voleva occupare la Cisgiordania a scapito dei palestinesi e ci riuscì, anche in virtù di un accordo segreto con Israele(nasce così la moderna Giordania - ndr).Solo nel 1959, dopo la guerra dell’56, La Lega Araba accolse nel suo seno un rappresentante dei palestinesi. Allora questi passarono dalla parte del convitato di pietra a quella dell’utile incomodo.”