Libero Pensatoio Fiorentino di Politica
Internazionale
“Recinto come barriera fisica, naturale, come le montagne, i fiumi o gli steccati. Ma anche come barriera convenzionale, come una frontiera. Frontiere che sono lentamente sparite, superate dalla politica e dagli scambi economici. Da tante frontiere, ad un'unica frontiera, da tanti recinti ad un unico recinto, internazionale, che avvolge la nostra contemporaneità”
venerdì 29 marzo 2013
Il nastro giallo
Testo di Roberto Di Ferdinando
La Marina Militare italiana ha dedicato una pagina del suo sito (http://www.marina.difesa.it/Conosciamoci/Notizie/Pagine/20120307_yellowribbon.aspx ) a i due marò trattenuti in India, tramite web e mail gli utenti che lo desiderano possono inviare messaggi di supporto e vicinanza ai due nostri militari, per “non lasciarli soli” come si legge nell’intestazione. La pagina contiene anche l’immagine di un nastro giallo che ormai è divenuto il simbolo internazionale di sostegno a tutti quei servitori dello Stato che si trovano in situazioni di prigionia o di non libertà all’estero. Il film premio Oscar, Argo, che narra il sequestro del personale dell’ambasciata statunitense a Teheran del 1979, ha ricordato questa usanza di esporre il nastro giallo, un gesto molto patriottico e che richiama l’unità nazionale. Un gesto però che ha origini molto remote. Tanto che proprio dal sito della Marina è ricordato come nell’antichità, già a Pompei, si usasse legare un nastro di questo colore intorno ad un albero per simboleggiare l’attesa di un amore partito.
Nel XX° secolo, una canzone militare del 1917 di George A. Norton, si intitolava così: Round Her Neck She Wears a Yeller Ribbon (For Her Lover Who Is Far, Far Away) ("Lei porta un nastro giallo intorno al collo per il suo innamorato che è assai lontano").
Più recentemente, nella vicenda degli ostaggi americani a Teheran, Penelope Laingen, moglie del funzionario degli esteri più anziano in ostaggio, legò un nastro giallo intorno ad un albero nel prato della sua casa, il gesto, ripreso dalle televisioni e racconatato dalla stampa nazionale ed internazionale fece sì che nel giro di pochi giorni i nastri gialli iniziarono ad essere esposti un po’ ovunque nei luoghi privati e pubblici statunitensi.
Nel 1990, durante la prima Guerra del Golfo, i nastri riapparvero negli USA, insieme allo slogan "Sostieni le nostre truppe" (Support our troops), così come nel 2003 nell’invasione dell’Iraq.
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