giovedì 5 luglio 2012

Venti di pace in Somalia. Mogadiscio liberata.

A cura di Francesco Della Lunga

Come ipotesi appare abbastanza peregrina visto le notizie di guerra che arrivano, seppure rarefatte tenuto conto della lontananza dello scenario somalo, dai principali quotidiani nazionali ed internazionali. Eppure pare che stavolta il sole stia per risorgere anche a Mogadiscio. Avevamo già visto alcune immagini registrate su Youtube, ma era sinceramente difficile crederlo. Nonostante la guerra civile, nonostante le fazioni in lotta, nonostante i signori della guerra, nonostante la presenza recente di Al Shabab, la vecchia capitale somala pare attraversare un momento di rinnovato ottimismo. In un articolo a firma di Pietro Veronese apparso in questi giorni su Repubblica, si parla di riapertura di locali, di università, di commerci, insomma il ritorno ad una vita normale. Parrebbe quasi impossibile, ma forse l’atteso momento della fine della guerra potrebbe anche arrivare. Il cronista ci racconta che da pochi mesi, all’aeroporto internazionale della città stanno arrivando centinaia di somali della diaspora, rientrando dai paesi in cui hanno passato gli ultimi vent’anni e dove, in qualche caso, sono riusciti ad arricchirsi. Rientrano a casa, riparano le case distrutte, riaprono piccole attività. In questa sorta di rinascita la presenza turca sta giocando un ruolo importante. Durante la passata carestia, il primo ministro turco Erdogan era venuto in visita al Paese con tutta la famiglia. Ed oggi le mezzalune turche appaiono un po’ ovunque nella città. Nel frattempo, anche la “road map” che dovrebbe prevedere la nascita del nuovo parlamento e della nuova costituzione, sta andando avanti, seppure a fatica. I destini della Somalia si sono incrociati con Roma, proprio in questi giorni. Il primo ministro somalo, Abdiweli Mohamed Ali, a margine degli incontri ha dichiarato che gli Al Shabab sono in rotta e che Mogadiscio è di nuovo libera. Grazie al lavoro condotto dall’esercito somalo, dall’Unione Africana ed anche al sostegno internazionale che per una volta, dopo molti anni, starebbe dando dei frutti. Il Primo Ministro ha dichiarato che si stanno scaldando i motori per la partenza del nuovo parlamento che dovrà approvare la nuova costituzione. Poi sarà il momento della formazione di un nuovo governo. Nel frattempo, l’esperienza del TFG, del Governo di Transizione, sarà terminata con successo. Naturalmente, in un paese che viene da più di vent’anni di guerra civile e di totale anarchia con una dissoluzione totale delle strutture statali, non può cessare tutto con un tratto di penna.  Mogadiscio rimane ancora una delle città più pericolose del globo, chi la visita gira ancora con scorte armate, ed anche gli stessi somali ne fanno uso. Gli Shabab sono fuori dalla città e sono però presenti a circa 45 chilometri dalla capitale, come sono arrivati potrebbero rientrare, come affermano alcuni personaggi politici locali. Il Presidente somalo ha affermato che oggi il TFG controlla oltre il 60% del territorio del paese. E che sono pronte politiche per combattere la pirateria e la povertà, quella povertà che ha gettato nelle mani di Al Shabab numerosi ragazzi. Se Al Shabab crollasse definitivamente e la ricostruzione fosse avviata, rimarrebbe l'ultimo lembo di Africa Orientale ancora isolata dalla comunità internazionale. L'Eritrea di Isaias. Nei confronti del quale, è ormai noto, è in modo la lotta per la successione. La rinascita somala potrebbe cogliere tutti di sorpresa. E non ci stupiremmo se fossimo proprio noi a non coglierne le nuove opportunità.

Nessun commento: