lunedì 1 marzo 2010

L’eccellenza italiana

La base spaziale italiana in Kenya, gioiello tecnologico di un’Italia da non buttare…
(Fonte: Il Giornale) a cura di Roberto Di Ferdinando

1 commento:

Roberto ha detto...

Nel gennaio scorso i governi italiano e keniota hanno sottoscritto il negoziato per il prolungamento della concessione fino al 2025 della base San Marco (Agenzia Spaziale Italiana - ASI) polo dell’eccellenza aerospaziale e tecnologica “made in Italy”, posta a 20 km da Malindi. La base sorge in Kenya, negli anni ’60, per interessamento e volere del prof. Luigi Buglio, ingegnere, professore dell’Università de La Sapienza e generale dell’Aeronautica a cui si deve difatti la nascita del progetto per il lancio di satelliti in orbita, che ha posto l’Italia al terzo paese, dopo USA e Russia, nel lancio di satelliti (la base di Malindi ha effettuato 27 lanci). Broglio decide di costruire e lanciare dall’Equatore i satelliti, una scelta non capita in patria, ma strategica, tanto che gli americani della Nasa scelgono il professore quale loro principale interlocutore nei rapporti USA-Italia in ambito spaziale. Con il successo dei primi lanci, nasce, nell’ambito del CNR, l’Ufficio attività spaziali e nel 1988, l’ASI. Nel 2004 l’ASI subentra all’Università de La Sapienza nella gestione della base “Broglio Space Center”, occupandosi di attività di telerivelamento, l’acquisizione orbitale, la ricerca e la formazione. Tra le novità l’ammodernamento di 5 piattaforme galleggianti per ampliare l’attività di lancio e far entrare la base nel circuito internazionale di studi sull’ambiente e il cambiamento climatico.
Ai margini del negoziato sulla base, il governo italiano ha espresso anche il suo fermo intento ad investire in Kenya puntando a rendere il paese africano, bisognoso di della qualità tecnologica e del know how, la piattaforma tecnologica italiana in Africa come dimostra la presenza di grandi gruppi industriali tra cui Finmeccanica.
RDF