domenica 27 dicembre 2009

Oscar della povertà alla Spagna

L’agenzia di rating Moody’s ha creato un nuovo indice della povertà delle nazioni per il 2010 da cui risulterebbe prima e quindi più povera la Spagna, mentre la Repubblica Ceca, la Germania e l’Italia sarebbero l’anno prossimo le più virtuose.
(da Il Sole 24Ore del 20 dicembre 2009)
A cura di Roberto Di Ferdinando

1 commento:

Roberto ha detto...

Povera Spagna! Pierre Cailleteau, economista ed analista di debito sovrano presso l’agenzia di rating Moody’s, ha creato un nuovo indice della povertà delle nazioni che si basa sulla somma del deficit di bilancio come percentuale del Pil ed il tasso di disoccupazione. Prendendo questi dati dei paesi europei e degli Stati Uniti, risulta al primo posto, per niente ambito, di questa classifica della povertà la Spagna che arriverà nel 2010 a quota 30 a causa di una disoccupazione del 20% ed un deficit al 10% del Pil. Soffrono anche gli USA e la Gran Bretagna per i quali si prevede il prossimo anno il superamento di quota 20. Ma l’aspetto sorpresa di questa particolare classifica è l’inserimento nella parte alta di due paesi, Islanda ed Irlanda, che dieci anni fa erano nella parte negativa (i più ricchi). La crisi finanziaria degli ultimi due anni ha colpito però duramente queste due ex isole felici trasformandole: l’Islanda si posiziona a quota 20, l’Irlanda a quota 25 dietro solo a Lettonia e Lituania che nel 2009 hanno rischiato la bancarotta. Altra sorpresa di questa classifica della povertà sono i posti occupati dai virtuosi previsti per il 2010, infatti accanto alla Germania ed alla Repubblica Ceca ci sarà anche l’Italia che raggiungerà il 15,1. Per il governo di Roma una buona notizia, basti pensare che nel 1995 l’Italia superava il punteggio di 20.
Un’ulteriore curiosità è data proprio dalla stessa classifica, infatti nei decenni passati le classifiche economiche erano stilate prendendo quale parametro il dato dell’inflazione nei vari paesi, adesso invece la grande recessione ha cambiato gli scenari e l’inflazione non è più il pericolo maggiore, ma è l’aumento degli immobili e dei titoli finanziari.
RDF