sabato 8 dicembre 2007

Notizie dal Mediterraneo: “Gheddafi piazza la tenda a Parigi”

Quotidiano Nazionale 8 dicembre 2007

2 commenti:

Unknown ha detto...

Già sulle pagine on-line di questo blog abbiamo ricordato come in questi ultimi anni la Libia di Gheddafi (oggi battezzata dal Colonnello come Grande Jammahiriya) sia ritornata alla ribalta internazionale, non più per gli infamanti motivi di sostentamento del terrorismo o per la rincorsa alla produzione di armi di distruzione di massa, bensì quale interlocutore positivo e propositivo in ambito di fonti energetiche, di lotta all’emigrazione clandestina e di mediazione con il mondo arabo. Non solo, Gheddafi, grazie ai miliardi di euro di cui può disporre dalla vendita di gas naturali e petrolio all’Occidente, è perfino ammirato nelle principali capitali europee quale interessante investitore e finanziere. Non c’è quindi da stupirsi se è accolto con tutti gli onori, dopo decenni di isolamento e gogna, dalle più antiche democrazie del Vecchio Continente: la settimana scorsa era in Portogallo, in queste ore si trova in Spagna, la prossima settimana ritornerà dopo 34 anni di assenza a Parigi, mentre nei mesi passati i governi italiani di centro-destra prima e centro-sinistra poi gli hanno reso onori fino nella sua tenda beduina, dove il Colonnello è solito vivere.
Questi viaggi di Gheddafi in Europa non mancano però di suscitare polemiche. Molti analisti criticano i governi europei di rimanere abbagliati dai soldi e dalle opportunità commerciali che i paesi emergenti, tra cui ad esempio la Libia e la Cina, possono offrire al nostro continente, dimenticandosi (volutamente?), che in questi stessi paesi vige una scarsa tutela o perfino assenza dei più basilari diritti civili e democratici ed il mancato rispetto delle regole della buona convivenza internazionale.
Il viaggio di Gheddafi a Parigi testimonia questo ormai consueto atteggiamento occidentale di voler assecondare in tutto e per tutto il ricco ospite straniero. Gheddafi infatti ha preteso ed ottenuto di vivere nel suo soggiorno europeo, nella sua elegantissima e super accessoriata tenda del deserto, prima montata nel forte Sao Jorge de Barra a Lisbona, per essere poi smontata e rimontata lunedì a Parigi nei giardini dell’Hotel Marigny, residenza degli ospiti presidenziali. Ovviamente i capricci di Gheddafi non potevano fermarsi qui, ha preteso di essere accompagnato da uno staff personale di circa 400 persone oltre alle sue personali guardie del corpo, di cui 40 sono donne, le famose “amazzoni di Muhammar”. I dettagli del soggiorno europeo del Colonnello è stato studiato da un gruppo di funzionari libici che negli ultimi quindici giorni ha ripetutamente viaggiato tra Tripoli e Parigi. La spedizione libica in Europa ha visto l’impiego di 5 aerei, decine di auto blindate e camion. Gheddafi aveva anche preteso di raggiungere Parigi da Madrid con una sterminata colonna di jeep; il governo francese, dopo molta fatica è riuscito a farlo desistere dal desiderio del viaggio per strada, evidenziando le difficoltà che i francesi avrebbero dovuto affrontare per poter garantire un adeguato livello di sicurezza.
Già alcuni anni fa Gheddafi, per partecipare ad una conferenza internazionale nell’Africa Meridionale, era partito dalla Libia con un nutrito convoglio blindato percorrendo tutto il continente africano. Sembrerebbe quindi che al Colonnello piaccia molto viaggiare in auto, non a caso a noi italiani non coglie occasione per ricordarci che, se vogliamo definitivamente chiudere la questione della nostra remota occupazione della Libia, occorre, quale riparazione, che gli italiani costruiscano a loro spese in Cirenaica una lunghissima autostrada.
RDF

Unknown ha detto...

La nuova offensiva diplomatica dell'Europa verso il Colonnello, iniziata ormai da diversi anni, non deve lasciare stupiti. Infatti, di fronte ai sempre più sentiti problemi energetici, il ritorno al dialogo con la Libia apre nuove prospettive per l'Europa comunitaria e per il nostro Paese. Come già segnalato più volte da numerosi osservatori si scorge una ventata di "realpolitik" che lentamente ma decisamente sta prendendo sempre più campo nelle cancellerie del vecchio continente. Non interessa più a nessuno se in passato il Colonnello, nel suo tentativo di erigersi al nuovo Nasser o comunque il federatore di tutti gli stati arabi in nome di un laicismo di stato che negli anni Settanta attraversava quasi tutti i governi della regione, si macchiava di crimini di terrorismo internazionale tirando giù aerei che transitavano dalla Scozia o foraggiando il terrorismo di matrice palestinese. Ricordare questi fatti oggi è assai sconveniente essendo più comodo derubricarli a politiche passate e sepolte. Quello che interessa oggi è la battaglia energetica e l'influenza che le vecchie potenze coloniali, Francia ed Italia, possono recitare nuovamente sulla scacchiera mediterranea. Per cui, se si vuole fare qualche osservazione attinendoci strettamente a questo aspetto, non c'è dubbio che lo sforzo diplomatico italiano, volto al superamento dei problemi coloniali ed al ristabilimento di relazioni amichevoli con la Libia sembri in grado di produrre dei buoni risultati. Risultati che si riassumono in commesse per le imprese energetiche italiane, per le imprese che operano nel settore edilizio, nel turismo. E non c'è dubbio che questo pone poi l'Italia in grado di avvantaggiarsi o di avere un pò di voce in capitolo nel momento in cui ci sarà il passaggio di potere dal Colonnello a qualche suo successore che potrebbe arrivare assai velocemente, visto che il Colonnello non è certamente eterno. Quando si parla di politica estera bisogna abbandonare tutto l'armamentario ideologico che ci portiamo dietro commentando altri fatti, tipo la presenza o meno di governi democratici, di libera stampa, di rispetto religioso, di pari opportunità del mondo femminile perchè questi sono temi che piacciono ai giornalisti e ad una parte dell'opinione pubblica ma che difficilmente sono visti con attenzione dalle cancellerie. La sensazione è che anche il quadro mediterraneo, supportato anche dai programmi comunitari volti ad aumentare il livello di penetrazione ma anche di comprensione fra le due sponde del "mare nostrum" si sia messo nuovamente in movimento. Ed il Colonnello, che certamente non sta a guardare, pare aver ben interpretato il quadro ed ha anticipato le mosse, nel tentativo di tornare ad essere gradito dagli europei che, a loro volta, non vedevano l'ora di ricominciare a trafficare, lasciandosi alle spalle Lockerbie ed il terrorismo internazionale libico degli anni ottanta. A chi giova tutto questo? Probabilmente ad entrambi, sia al Colonnello che agli europei ed in particolar modo agli italiani. Ma sarà opportuno rimanere con la guardia alzata visto che il Colonnello non è nuovo a colpi di teatro e visto che non ha problemi a spostare la sua tenda, da Parigi a Roma, passando nuovamente per il deserto libico.
FDL