mercoledì 23 settembre 2009

Notizie dalle Nazioni Unite: il Presidente USA affonda la dottrina Bush e proclama: non possiamo esportare la democrazia

In linea con gli ultimi discorsi tenuti al Cairo e nel continente africano, riconfermando la propria visione del mondo, Obama distrugge davanti all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite la dottrina Bush. A cura di Francesco Della Lunga

1 commento:

Francesco ha detto...

Non basterà un unico commento per parlare dell'ennesimo discorso storico di Barack Hussein Obama, stavolta all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nel suo primo discorso da quell'assise con tutto il mondo che ascolta. Obama ha decisamente inaugurato quello che su questo blog avevamo già previsto e che potremmo chiamare il "disimpegno" degli Stati Uniti nei principali teatri geopolitici del mondo. Un disimpegno militare e politico, ma un impegno indirizzato verso altri obiettivi, quelli della pace mondiale, forse irraggiungibile, quello della creazione di un mondo che possa contemplare maggiori opportunità per gli ultimi, verso la creazione di un sistema di sicurezza universale condiviso, verso la cura del pianeta sempre più malato. Non a caso questi punti sono stati definiti dai primi commenti degli specialisti come i quattro pilastri della nuova dottrina statunitense, la dottrina di Obama. Un'America che ha cessato definitivamente, almeno per i prossimi anni, il piglio della potenza militare che impone unilateralmente il proprio credo politico ed economico. Il nuovo discorso di Obama può essere attaccato da molteplici versanti, soprattutto da coloro che reputano illusoria una politica "mondiale" basata sul benessere comune come sembra trasparire dalle parole del Presidente degli Stati Uniti. Ma non c'è dubbio che solo da un Presidente così diverso da tutti quelli che lo hanno preceduto, che rappresenta in tutti i modi una cesura enorme con il passato, per il fatto di non essere un reduce delle numerose guerre che hanno caratterizzato la Potenza Mondiale negli ultimi decenni, un Presidente di un colore diverso da quello bianco, un Presidente lontano dall'establishment militare e dalle lobby del petrolio, un Presidente votato con un'ampia maggioranza ci si può attendere un coraggio che manca ai leader delle potenze continentali. Cercheremo di approfondire meglio alcuni aspetti di questo nuovo discorso, cercando anche di interpretare meglio le risposte di quei leader che appaiono ancora riottosi di fronte alla mano tesa del Presidente USA. Ahmadinejad è nell'angolo, Gheddafi cerca ancora una platea dove può stupire il mondo, gli altri leader ascoltano.
Francesco Della Lunga