martedì 25 novembre 2008

Notizie dall’Africa: il rapimento di due suore non fa notizia

a cura di Roberto Di Ferdinando

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Da circa 20 giorni due suore italiane, Maria Teresa Olivero e Caterina Giraudo, appartenenti al Centro Meditativo Charless De Foucauld di Cuneo, sono state rapite in Kenya, a El-wak, nel Nord del paese, sul confine con la Somalia. Le due suore, che da trentacinque anni vivono e lavorano in Africa, sono state sequestrate da circa 200 banditi-ribelli appartenenti ad una delle tante bande che da anni infestono la parte settentrionale del Kenya, in particolare quella che confina con la martoriata Somalia, il paese, ormai non-paese del Corno d’Africa.
La notizia del rapimento delle due suore è stata ospitata dai giornali e tv italiane nel primo giorno del sequestro, per poi, rapidamente scomparire dalle loro pagine e servizi. Le due suore sono difatti scomparse, in quanto rapite, ma scomparse anche dall’attenzione dei mass-media. Eppure questi stessi mass-media italiani in passato si erano dedicati, con ingenti mezzi, sforzi e programmi, per seguire le sorti di altri sequestrati, che però erano civili e laici e rapiti in altri scenari geopolitici. Non solo, l’attenzione su questi “illustri” sequestrati era stata posta solennemente ed ufficialmente anche dalle forze politiche. Politici nazionali e locali non mancavano di organizzare fiaccolate, marce in aiuto o ricordo di un sequestrato di qualsiasi organizzazione non governativa facesse parte, oppure si facevano ospitare in programmi televisivi realizzati appositamente per testimoniare la vicinanza dell’Italia al proprio compatriota sequestrato. Ma queste leggi della politica e della televisione show non sembrano valere per queste due suore. Su di esse è calato il silenzio: ”ma sono state rapite davvero? No, ma le hanno già liberate. No, il silenzio è dovuto al fatto che il nostro Ministero degli esteri sta lavorando in silenzio per il bene dei sequestrati”. Sarà, ma a me pare che esista in Italia anche una classifica dei sequestrati, quelli a cui dedicare più o meno attenzione, quelli che hanno più o meno appeal televisivo. Se questo e l’andazzo non resta che augurare alle due povere suore di pregare in Dio, l’unico che le può aiutare, gli italiani hanno altro da fare o da vedere in tv.
RDF

Anonimo ha detto...

Non sempre l'attenzione mediatica di fronte al caso di rapiti in scenari geopolitici accidentati può però essere salutare. Molto spesso infatti, le autorità italiane hanno suggerito, ed in qualche caso imposto, il silenzio alla stampa. Questo per favorire le trattative che certamente esistono in occasione di rapimenti. Per citare un'altro caso avvenuto nemmeno troppo tempo fa nella stessa Somalia, durante il rapimento dei due cooperanti di cui uno toscano, Jolanda Occhipinti e Giuliano Paganini a nord di Mogadiscio, non vi sono stati troppi articoli giornalistici e neppure servizi ai telegiornali. La notizia, dopo alcuni giorni, è stata derubricata e solo riportata in alcuni trafiletti in pagine interne dei quotidiani o nelle redazioni dei notiziari. Le stesse organizzazioni di cui facevano parte hanno chiesto il silenzio per favorire le trattative ed il rilascio. Non è facile seguire questi casi perchè noi possiamo solo affidarci a fonti aperte, cioè a quelle disponibili a tutti, ma siamo abbastanza certi che l'azione diplomatica finalizzata al rilascio delle due suore sta procedendo speditamente. E maggiore è il silenzio, in questi casi, tanto maggiore sarà la possibilità di rendere la libertà alle due religiose. Non credo tanto all'esistenza di categorie di cittadini, di serie A e B. Tutti quelli che si avventurano in queste aree, specie in Somalia, conoscono il rischio e fanno parte di categorie di persone che vanno in quei paesi a svolgere un lavoro. Appartengono ad organizzazioni non governative, al volontariato laico o cattolico, ad ordini religiosi. Spero che la vicenda possa avere presto un lieto fine.
FDL