venerdì 22 agosto 2008

Notizie dall’Asia: i servizi segreti cinesi, efficaci e minacciosi

Ne Il Domenicale del 26 luglio 2008, Augusto Zuliani, citando il libro di Roger Faligot, les services secrets chinois de Mao aux Jo (Nouveau Monde Editions, Parigi, 2008), ripercorre la storia dei servizi segreti cinesi sottolineando l’enorme apparato fatto di professionisti imbattibili e capaci di azioni militari grandiose. (Nel commento riporto, virgolettato, i brani dell’articolo di Augusto Zuliani).
Roberto Di Ferdinando

1 commento:

Anonimo ha detto...

“Attualmente, secondo il libro di Faligot, due milioni di persone lavorano o collaborano a vario titolo con i servizi segreti che, insieme all’Armata popolare di liberazione e al Partito Comunista, costituiscono i pilastri del regime”. I servizi cinesi si compongono del Gonganbu (polizia e controspionaggio) e del Guoanbu (servizi di informazione o ministero per la Sicurezza dello Stato). Questi organismi nacque nel 1983 per volontà di Deng Xiaoping, ed in parte epurati dopo ai moti del 1989. Oggi possono contare su 800.000 uomini (!) attivi sul piano interno e in 170 città di 50 paesi diversi. I servizi segreti cinesi possono vantare relazioni strette con i servizi della Federazione russa e di Cuba, inoltre sfruttano la benevolenza di quelli occidentali che ancora credono di poter dialogare con Pechino.
“Un ruolo centrale di appoggio ai servizi lo compie la Xinhua, l’agenzia stampa di regime, nata nel 1949, […] che conta 20.000 dipendenti con sedi in tutto il mondo”. Nel 2000 l’Agenzia fu accusata di spiare il Pentagono che sarebbe stato poi obiettivo dell’11 settembre. “Gli attentati alle Torri Gemelli vennero peraltro tacitamente apprezzati dai teorici cinesi della guerra asimmetrica, dopo che nel 1999, durante il conflitto della Serbia, gli americani avevano bombardato l’ambasciata cinese a Belgrado, non per errore come ufficialmente dichiarato,ma perché ospitava tecnici ed apparecchiature del San Bu, il dipartimento per lo spionaggio elettronico, che avevano consentito ai serbi di abbattere un aereo spia statunitense”. L’Armata popolare di liberazione investe circa 20 miliardi di dollari l’anno nel C4I (Command, Communications, Computers, Intelligence) e due suoi dipartimenti operano direttamente nel settore dell’infoguerra. Nel 2007 furono scatenati dei cyber-attacchi contro i computer del Pentagono, di istituti Statunitensi, della Gran Bretagna, Germania, Spagna, Giappone e, dopo l’elezione di Sarkozy, anche della Francia. Le autorità cinesi hanno negato le responsabilità, accusando invece degli hacker indipendenti, fatto molto strano da accettare, infatti in Cina è attivo lo Scudo d’oro, un sistema di controllo informatico che impedisce di fatto a qualsiasi compagno lavoratore di svolgere autonomamente ed indipendentemente operazioni informatiche.
RDF