martedì 1 luglio 2008

I numeri del terrorismo

Il professor Jonh Mueller, docente di Scienze Politiche alla Ohio State University, in suo intervento su Global Viewpoint, distribuito da Tribune Media Services, e riportato in Italia, tradotto, sul Corriere della Sera di martedì 24 giugno 2008, effettua una breve analisi sui numeri del terrorismo internazionale.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il professor Jonh Mueller, docente di Scienze Politiche alla Ohio State University, in suo intervento su Global Viewpoint, distribuito da Tribune Media Services, e riportato in Italia, tradotto, sul Corriere della Sera di martedì 24 giugno 2008, effettua una breve analisi sui numeri del terrorismo internazionale.
Secondo il professor Mueller la minaccia degli estremisti islamici è valutabile sull’entità dei loro attacchi violenti perpetrati lontani dai luoghi di combattimento. Se si considerano gli attacchi dell’11 settembre, quelli a Bali (2002), in Arabia Saudita, Marocco e nella Turchia (2003), nelle Filippine, a Madird ed in Egitto (2004), ed a Londra e in Giordania (2005), il numero di morti è, annualmente, di circa 300, un numero elevato, ma può anche indicare che gli assassini non rappresentino una minaccia di rilievo. Ma il numero, relativamente basso, di vittime ha comunque più spiegazioni secondo Mueller: le agenzie di vigilanza internazionali hanno arrestato migliaia di potenziali jihadisti, le polizie europee, dell’Egitto, Marocco Giordania, Siria, Iran, Indonesia, Arabia Saudita e Pakistan hanno agito in maniera decisa contro i terroristi, non per fare un piacere agli USA, ma perché queste stesse nazioni hanno subito sul proprio territorio sanguinose minacce, ed infine gli atti terroristici alla lunga, al di là della vile violenza, hanno effetti controproducenti. Mueller ricorda infatti: “prima che degli hotel in Giordania venissero bombardati dai terroristi, il 25% dei giordani vedeva Osama bin Laden con favore: dopo gli attacchi, la percentuale si era ridotta all’1%”.
RDF