Lanciamo qualche spunto di riflessione sul nuovo corso americano, prendendo spunto da un'intervista di Oriana Fallaci a Ray Bradbury, nel 1967. Gli chiese perchè gli USA fossero odiati dall'Europa e dal resto del mondo. Bradbury dipinse un'America succube dello spauracchio comunista e indulgente verso chi, in modo anti democratico, l'aveva combattuto (esplicito il riferimento alla "tolleranza" per le dittature fasciste in America Latina). Parlò di un paese troppo ricco, materialista e viziato da quelle comodità (figlie del progresso tecnologico), che avevano reso l'uomo americano "devirilizzato", debole e perciò prepotente con gli altri. Un modello tutto statunitense, ma che, secondo lo scrittore, era destinato a estendersi in altri continenti. (Da l'Europeo numero 145 aprile 2009).
Dopo oltre quarant'anni, siamo forse noi il nuovo continente con i vizi americani denunciati da Bradbury nell'intervista alla Fallaci?
A cura di Francesco Della Lunga
Libero Pensatoio Fiorentino di Politica
Internazionale
“Recinto come barriera fisica, naturale, come le montagne, i fiumi o gli steccati. Ma anche come barriera convenzionale, come una frontiera. Frontiere che sono lentamente sparite, superate dalla politica e dagli scambi economici. Da tante frontiere, ad un'unica frontiera, da tanti recinti ad un unico recinto, internazionale, che avvolge la nostra contemporaneità”
martedì 21 aprile 2009
domenica 19 aprile 2009
Notizie dall'Africa: Algeria, Bouteflika al terzo mandato
Lo scorso 9 aprile si sono svolte le elezioni per il mandato presidenziale in Algeria. Il Presidente uscente, Abdelaziz Bouteflika, si riconferma presidente per la terza volta. A cura di Francesco Della Lunga
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