mercoledì 7 marzo 2012

Yoga nelle carceri indiane

 (Fonte: Sette-Corriere della Sera), testo di Roberto Di Ferdinando

Da alcuni anni in India per ridurre le violenze e l’aggressività all’interno delle carceri è stato avviato un programma che prevede l’insegnamento dello yoga e della meditazione ai carcerati al fine di fornire ai detenuti delle tecniche per conseguire maggiore consapevolezza dei propri processi mentali. Ad esempio, nel sobborgo di Pitampura, nell’hinterland di Delhi, il comandante della polizia locale, seguace del guru Sri Sri Ravi Shankar, ha ingaggiato alcuni volontari dell’associazione del maestro yogi perché si rechino in carcere periodicamente per insegnare meditazione e posizioni di yoga a circa 30 detenuti, ma il numero dei partecipanti a questi corsi è destinato a crescere.
Un programma simile è stato attuato nello stato del Madhya Pradesh, dove in poco tempo si è registrata una riduzione delle risse all’interno delle prigioni. Non solo, i detenuti che frequentano con più costanza i corsi di yoga possono ottenere la qualifica di istruttori certificati che avrà un valore professionale una volta tornati alla libertà. Il sovrintendete del carcere centrale di Gwalior, Harendra Singh, ha dichiarato che “sulla base degli orientamenti del governo  offriamo regolari sedute di yoga ed il maggior beneficio nel fare questo è che i detenuti hanno una mente serena, un cuore felice, e restano sani, senza ammalarsi”.
RDF

1 commento:

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