venerdì 17 febbraio 2012

Dove la casta è meno casta


(fonte: Corriere della Sera), a cura di Roberto Di Ferdinando

Recentemente in Finlandia si sono svolte le elezioni presidenziali e il Corriere della Sera, con un articolo a firma di Luigi Offeddu, ha evidenziato le particolarità del sistema elettorale del paese nordico, molto virtuoso se confrontato con la partitocrazia italiana. Si notano principalmente tre aspetti:  in Finlandia nelle ultime elezioni solo un decimo dei candidati aveva un proprio quartiere generale o un ufficio elettorale, i 4 partiti più rappresentativi hanno presentato stime di spese elettorali non superiori ai 4 milioni di euro e, infine, la Finlandia ricopre il secondo posto nella classifica della Transparency International, la lista sulla percezione della corruzione rilevata in 183 paesi, anche se nell’ultima classifica era prima (l’Italia occupa la posizione 69).
Dopo alcuni scandali sui rimborsi elettorali negli anni passati, i partiti finlandesi hanno deciso di darsi delle regole: nelle ultime elezioni politiche (in palio 200 seggi, stipendio medio di un parlamentare 59.640 euro l’anno più i rimborsi spesa)i partiti, escluso quello socialista, si sono accrodati di non svolgere campagne elettorali in tv, inoltre la legge stabilisce che i rimborsi sono elargiti sulla base dell’attuale rappresentanza parlamentare e non prevede speciali tasse né esenzioni; le donazioni o offerte private sono libere, ma deve essere dichiarato all’Ufficio nazionale dei conti ogni contributo superiore agli 800 euro nelle elezioni amministrative, superiore ai 1.500 euro nelle elezioni politiche  e superiore ai 2.000 per le elezioni europee. Per contributo s’intende contanti, beni, servizi o altro e nessun contributo può essere accettato se non vi è riportato il soggetto che lo elargisce. Ogni singolo finanziatore privato non può donare complessivamente più di 3.000 euro per le elezioni municipali, 6.000 euro per quelle politiche e più di 10.000 per quelle europee. W la Finlandia!
RDF

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